Il pane di tutti i giorni
Ti racconto questa favola che ieri mi ha
Portato la pioggia
All’orecchio narrava il filo della pazienza
Ancora non completamente deformato
Da quotidiane spigolature
Rabbuiamenti di coscienza, siamo
Come girasoli che si muovono verso la luce,
Per Maryam, come gli alpini prima dell’Ortigara
Ventimila son partiti, ventimila sono morti.
Invoco la madre di tutti,
Respiro del nostro tempo
Luce della comprensione
Che srotoli gomitoli di spine
Per te ho lasciato il mio tutto
E ho incontrato sassi e spine sul mio cammino
Mentre il limone e il pane mi parlavano d’amore
Sul tuo lago, ponte tra infanzia e vecchiaia
Mi serviva un letto dove dormire
E mi hai dato la tua anima
La mia tenda resiste alla bufera di lago
Ma non alla mancanza dei tuoi occhi
Ti desidero come si puo’ desiderare
Il pane di tutti i giorni
Come mettere sotto i mattoni il proprio ego
Come l’alba ogni giorno abbracciata alla tua buona onda
Così racconta il lago
Mente i piccoli cigni stanno liberando il colore del loro pelo
Libera le lacrime per far crescere i fiori
Il tempo non saccheggia la nostra giovinezza
Spalanca le porte alla pioggia.
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