Al freddo siderale che assomiglia a te si produce inutile energia
ed anche se mi sveglio da solo so che la dismisura incombe
silenziosa e scura, serrato adagio della notte.
Inutile perchè non serve a riscaldare queste ombre
e le quattro mura della stanza non adempiono al passaggio
sopravvalutato delle porte: andata via, più non torni.
La condizione d' impermanenza si relativizza in un amore patologico
e la terra è troppo pesante da sollevare, compatta e tattica, schiaccia.
Colma è la fossa dove non oso riposare, unità di misura del mio vuoto.
Così alla porzione di cielo che mi tocca
guardo come ad un eterno crepuscolo, mentre la ingoio con gli occhi.
La luna, le stelle e tutto.
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