La sala F del museo della scrittura presenta la scena del Monte Calvario
coi giovani scrittori ottuagenari contemporanei che insistono a far rima in settenario,
a forza di battere sul metro, a misurare i bracci della croce,
hanno spezzato gambe e braccia alla generazione fantasma che cerca di estendere il torace
nell’afferrare un sorso d’aria, l’hanno strozzata di debiti e di rime,
interessati a organizzar riviste e a dirigere anteprime.
La sala L del museo della scrittura è dedicata agli «impiegati» e alle «massaie»
che intingono le loro biro bic nella tazza del cesso usandole tipo mannaie,
va bene la democrazia lirica, non la lirica a mille lire
di composizioni scontate costruite sul trinomio emoticon cuore - sole - amire,
analfabeti, di andata e di ritorno, che, di mestiere, insegnano snowboard,
senza essere mai stati capaci di imparare a usare il correttore word.
La sala U del museo della scrittura ritrae uno scenario da savana
dove novelli Dante si allenano alla concorrenza del mercato vestiti da battona,
vendono e comprano versi al chilo come se fossero alla Borsa di Milano
senza comprendere che lo scrittore di mestiere è uomo abituato a destreggiare l’ano,
difficile il concetto far sopravviver la cultura essere nostra massima missione
se ogni stronzo di inutile freelance crede un suo articolo di merda abbia valore de Il Milione.
La sala O del museo della scrittura è riprodotta come la camera di un blogger
con dei grossi scarafaggi alla tastiera che si tengon sotto tiro reciproco dei loro fogger,
non sono esperti di niente, riescono a dire la loro su tutto, amanti dello scattering,
tutelati dall’anonimato di un sito si danno all’english, dissing, pissing, trolling e fist-fucking,
chissà che fregatura si beccheranno con l’attivazione della Brexit,
dovranno abbandonar l’inglese e tornare a vivere giornate di pettegolezzi.
La sala X del museo della scrittura è dedicata a me, famigerato Orfeo,
buffone da circo intento a strappare i deficienti dalle braccia di Morfeo,
io che non esisto, me che non esiste, I.v.a.n. project,
Injurious - Virus - Anonymous - Neon-avantgarde artist senza budget,
impegnato a tappare le falle del dilagante consumismo bohemien,
con compresse di versi al Plasil e compresse di versi al Dissenten.
[inedito, 2017]
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