Il Caboclo
Anche il caffe’ era stanco ieri sera ,nella tazzina
Al solito bar. Lo zucchero era sceso velocemente
Senza rispettare i canonici
Otto secondi.
L’amarezza del caffè intorbidiva il mio sentimento
Nessuno intorno
Solo io e Xangò.
Quasi mi stesse chiedendo il miracolo di pinocchio
Di diventare umano
Per poter abbracciare suo papa’
Con la parola negli occhi
E l’allegria nel cuore.
Echi di guerre lontane salivano dalla tazzina
Tra es e super-io
Nella convinzione-speranza di dominare gli archetipi
Della natura umana.
Come a Salvador il Pae dos santos
Leggendo i buzios divinava sul nostro amore
Dove un tempo c’era il mattatoio degli schiavi.
Ora è la banca per molti di noi
E io mi sento come il caboclo
Ne’ totalmente indio, né totalmente europeo
Ma come colui che onora la via del cuore.
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