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Adempimento platonico

di Adielle
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Pubblicato il 19/02/2018 01:55:24

 

 

...e poi nessuno apprezza il genio speciale della mia conversazione

quanto il mio cane.

 

Caro poeta, avessi la tua lingua mi getterei nell' afrore della pista

in un valzer esagitato ma mi tocca fare i conti

con la materia bruta del mio canto.

Ma tu scrivi scrivi scrivi

endecasillabi stronzi, endecasillabi sbronzi, bastardi, cinici, bari

lasciami scivolare su bucce di banana a piedi pari, dispari

con i versi slacciati, liberi, in sensi contrari di marcia, liberi di marcire.

E scrivi pure di me, di come merda fresca mi mangiò il mio cane

prima di azzannare alla gola chi osò ingiuriare il mio nome

credendolo il suo, un arsenale a sua completa disposizione.

Scrivi forte come sai fare tu, anche per me.

Io vivo in un giorno di mezzo, non giovane, non vecchio

mai maturo per l' adesso.

E l' azzurro del cielo lo lascio al cospetto

dei miei occhi di un altro momento.

Un cuore diverso mi sarebbe bastato per le prossime tre erezioni

invece non supera l' inverno la croce che non porto al collo ancora.

Liquefatti usciamo dal corpo, come dagli occhi

che non seppero trovarci allo specchio, nel nostro profilo migliore.

E se m' illudo che lei ritorni è solo perchè sono ancora burattino

e il tempo per me di essere un uomo è dilazione del vento

temperatura di un costato trafitto, senza lanciare alcun grido.

Della stessa materia della croce, quando mi ero ritagliato 

il ruolo dei chiodi e l' abbandono da parte di padre.

Ma una ragazza coraggiosa stasera mi ha detto che basta uno scheletro

per cacciarci dentro un' anima a forza

per farla restare fino a decomposizione del corpo.

Ricomincio dall' ossa, allora, a contare i miei passi stentati sul sentiero

finchè non avrò perso anche l' ultima ragione di essere vivente.

Epicamente, troppo ago e fuor di vena, per battere un colpo.

Adescato da un altro piano suono le mie note stonate d' un fiato.

Forte di non avere alcuna buona reputazione da difendere

mi custodisco nella caverna, tra una sortita e l' altra

addestrandomi a dare i nomi giusti alle loro ombre sbagliate.

Purchè la verità non mi confonda e non mi sia mai dimora

lascio che il sangue scorra da ogni fontana

(nello stagno del mio inconscio faccio il bagno coi piranha)

e come il mio cane sono, cane di un solo padrone.

 


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