Da una strana distanza osserviamo le foglie cadere
a misura di un'idea confusa di destinazione.
Che passino le stagioni è forse il nostro tempo migliore
anche se per lasciarle andare occorre restare immobili, un poco.
Altrimenti il desiderio recondito d'inseguirle veloci
ci condurrebbe a maturare un tremendo anticipo sulla nostra fine.
Dalla finestra guardiamo le stelle brillare
per abituarci ad avere origini lontane e distinte
contratto d'indicibile bellezza latente.
Eppure le parole trovano sempre un modo di dire l'orizzonte delle cose.
Il silenzio che appare a volte può sembrare una maledizione
se non serve a conservare un'ombra di luce nel buio, remota.
Ma è nel silenzio ignaro di destinazione
che si compie il miracolo della vita dal nulla.
Un senso impreciso di Dio che costringe alla tentazione
di crederci anime immortali e passeggere
di un flusso d'energia che non smette mai di scorrere
tanto da poter concedere tutto il tempo che serve.
Per esistere per sempre.
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