MIRABILIA
Non sapremo mai se nei boschi
Dei sogni conosceremo
Un albero dai frutti dolci
Come il silenzio.
Penso ancora a quel vento
Che faceva cigolare i rami,
quella terra sotto la mia schiena,
quel cielo nei miei occhi,
la bocca vuota ma felice.
Fra le foglie si nascondeva il sole,
e dal mio promontorio
la musica del mare
mi cullava come una imbarcazione
fra le onde sconfinate.
L’immenso si nascondeva fra le cose,
i fiori si chinavano al vento
come tanti sudditi
che si chinano al loro padrone.
Temerario, non avevo paura
Di affacciarmi dal precipizio
Sul mare,
di vedere il sole
che si rifletteva
e faceva quella distesa
un letto d’oro
dove vedere assopite
le proprie angosce.
L’infinito si stagliava
Sotto e sopra di me,
e come un gabbiano i miei
occhi folli
volavano verso l’orizzonte,
incuranti, verso il ciglio del mondo,
sperando di cadere in un sogno.
E non volevo altri miracoli,
se non il cielo nei miei occhi,
la bocca vuota ma felice.
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