La quarantena mi consente di avere
un'ottima scusa per restare al largo
e allargare a dismisura la natura dei miei agi.
Vado a morire nei prati ad esempio di una fine sbagliata
o sui monti coperti di neve a cercare l'origine dei miei peccati.
Ma queste vele pretendono il vento
anche quando la calma mantiene la calma serrata in un angolo.
Così soffio a certe braci una nenia al contrario
e tengo sveglio suo malgrado il mio inconscio infuocato
per attingere segreti sepolti e sopiti, sedotti dai miei acuti stonati.
Ma se ti dico che nei tuoi occhi, tra le tue cosce, sui seni,
i capelli, le dita, il ventre, la lingua, sta il mio porto sicuro
tu allora inventi ostacoli sprecati per storie d'amore mai cominciate.
E così naufragare fino al collo m'è unico alleato,
in questo mare che adagi di mezzo.
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