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Il giardiniere (Da ’Come sarebbe stato’ (La Gru, 2021)

di Fabio Piana
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Pubblicato il 08/11/2021 16:05:56

Il percorso è una via di intrecci confusi, di ascese, di ricadute.

una determinata scelta può spianare la strada o annientare la prospettiva.

Lui aveva due pedine in mano. Venditore dei case o giardiniere. Scelse la prima.

Ma non c'era la stoffa. Non l'aveva. E se l'aveva era nascosta.

Frammentata. Avrebbe dovuto riunire i pezzi e farla sua.

E poi la volontà. La volontà scelse quella strada perchè pareva più semplice, priva di sudore.

Invece sudò. Sudò le camicie. Anche se non erano sette. Forse erano pure di più. Non vendette nemmeno una casa.

Un mese dopo gettò via la tenuta da immobiliare e l'inanima da venditore.

Portò fuori le gambe. Si rifugiò al parco. L'ombra di un albero accecava la panchina. Si sedette.

Un giardiniere potava una siepe.

Mentre lo guardava, Pensava a come avrebbe potuto essere lui in quelle vesti verdi. A occuparsi del verde.

Si immaginò sopra un albero, con il vento che lo prendeva in braccio e lo portava più su, a spedire i rami secchi a fondersi con la terra, e quelli più forti a sondare il cielo.

Poi si vide fronte mare, immerso in un giardino intento a falciare la morte da una villa decadente. Poi la falce cadde in terra e le sue mani disegnarono la vita.

Era questo che avrebbe voluto. Forse. Può darsi. Chissà.

Si alzò. Si avvicinò dal giardiniere. Gli chiese

"E' da molto che fa questo lavoro?"

"Da quasi trent'anni"

"E la soddisfa?"

"Guardi a dir la verità ho sempre desiderato vendere case".

Silenzio. Si accese una sigaretta. Girò i piedi di novanta gradi e lasciò il giardiniere a masticare la siepe.

Più avanti avrebbe acquistato una casa con giardino.Ma non avrebbe mai più usato una falce né indossato una camicia.


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