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di Caterina Nicoletta Accettura
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Pubblicato il 25/01/2010 09:08:16


A Nicole ,
e
al suo sincero amore
Per quanto non capito fu accettato
Per quanto compreso fu taciuto.




Anche io avevo qualcosa che da te venne accettato come facente parte della mia parte piu’ vera e taciuta quando comprendemmo che ne’ tu ne’ io potevamo fare a meno di esprimerci nell’unico modo in cui sappiamo farlo.
Per te giovane figlio era l’amore totalizzante per la Musica
per me l’amore egualmente forte per la Poesia
Ed e’ in questo momento d’incontro che tu mi chiamavi Nicole , un nome scelto da me per schermare il mio vero nome ,cosa che fanno molti forse per paura di mostrare la loro vera identità soprattutto nei primi tentativi di espressione , che si credono i piu’ difficili e meno riusciti.
In realtà credo sia solo una forma di pudore verso quel sentirsi diversi e un po’ strani, poco seguiti , soprattutto in famiglia. La passione del neofita e’ tanta, la diffidenza enorme, lo sguardo sospetto spesso si trasforma in vera e propria ostilità come se l’espressione artistica fosse un ‘ occupazione per nullafacenti un po’ balzani a cui i libri e le frequentazioni hanno dato un po’alla testa.
Ma tu suonavi divinamente, anche da adolescente ed io ti ascoltavo ammirata e la tua voce bellissima riempiva le stanze di casa che ora mi sembrano cosi’ silenziose anche se chitarre e tastiere mi sorridono da ogni angolo-
Poi volesti che riprendessi anche io i miei studi di musica e mi dedicassi seriamente alla scrittura e alla Poesia,Credevi nelle mie possibilita’ ed io nelle tue, Mamma senti….
E mi suonavi l’ultimo pezzo composto, mi cantavi l’ultima canzone incisa, mi facevi conoscere il tuo percorso celato nel quale riversavi i tuoi sorrisi ed i tuoi pianti.
Cominciasti a chiamarmi anche tu Nicole, come per distinguere la mia parte materna da quella artistica. Non mi aspettavo di meglio ne’ di piu’. E quando il giorno della tua Laurea mi regalasti la prima copia della Tesi con quella dedica fantastica , capii che mi avevi accettato cosi’ come sono.



Anzi di piu’ eri orgoglioso di me e quel giorno fu uno dei piu’ belli della mia vita.
Volavi con le tue ali ed avevi un riconoscimento meritato e conseguito con tanto studio io soprattutto ti vedevo aggiungere un tassello importante alla costruzione della tua vita-

.Avrei imparato molto dalle tue lunghe dita leggere che sfioravano i tasti con naturale propensione, ma anche con rigore e disciplina, unita ad un naturale meraviglioso talento.Per anni ti ho sentito suonare e rifugiarti negli angoli piu’ nascosti per comporre, per poi farmi ascoltare i pezzi nuovi, rifiniti e limati con caparbieta’ infinita pazienza. E cosi’ anche io ogni giorno mi esercito a scrivere, a comporre, ad accostarmi a nuovi stili di composizione, prendendo spunto da tutti i poeti e cercando di emergere con un mio personale carattere. Quando in un commento le tue parole furono di approvazione:Mamma sei cresciuta….compresi che avevo percorso qualche buon tratto di strada sulla via della Poesia.
Noi possiamo aprire le porte soltanto mi dicevi saggiamente, ma il percorso, il varcarle e’ una scelta personale , una scelta di vita. In cio’ sei tu il mio maestro ed anche il mio critico piu’ qualificato e piu’severo. Mi chiamavi Nicole, come per mettere in rilievo che oltre ad essere tua madre ero anche la persona con la quale potevi parlare delle cose che ti appassionavano e che come incendi divampavano nei nostri animi sempre pronti ad accogliere le voci d’infinito che si manifestavano in forma personale e suggestiva.
Compresi la tua musica nuova e tu la mia ritrovata voglia di vivere per una passione, per un sogno
Mai abbandonato.per il quale hai tanto combattuto e sofferto ed ora ti vedo realizzarti sia come giovane professore che come musicista.Tu sei un vero Artista perche’ sai anche l’insegnamento e’ un’arte,bellissima per chi ha talento.Il tuo entusiasmo mi commuove, la tua solidita’ mi incanta
Oggi mi hai parlato ancora per telefono ed ho sentito sempre questo complice metterti sotto braccioe gironzolare per le vie dell’anima ,delle tue sempre nuove scoperte che mi incantano.
Mi hai letto alcune righe degli aforismi di Nietzscke, ti ci ritrovavi ed a me piace sentire come fai chiarezza dentro di te e come cresci da uomo, pieno di tensioni,di percorsi, non tracciati, rimanendo sempre fedele a te stesso.
So anche che tu ora hai scelto me consapevolmente
e mi segui, come io seguo la tua carriera di professore di filosofia e di musicista.e so che le svolgi entrambe con passione come solo un vero artista sa.
Siamo stati molto vicini, anche se in questi ultimi anni i nostri incontri si sono diradati, un legame ancora piu’ forte sembra essersi istaurato tra di noi. Non e’ la quotidianita’ quella che ci unisce, anche se amerei molto vedervi riuniti tutti intorno ad una tavola, non e’stato possibile e non so il perche’ ,mi e’ mancato per il tuo abbraccio, i vostri baci, moltissimo, ma non voglio rattristarti per questo.So che e’ stato pesante anche per te
.Ma la tua esistenza e’ piena e non hai piu’ tempo da dedicarmi, non fa nulla, l’importante e’ vederti felice per la tua esistenza che prende forma luci e colori.
E’ bellissimo veder crescere un figlio cosi’ come io vedo te ed e’per te rassicurante che i miei impegni si sono moltiplicati e sono soddisfatta anche se continuo a bruciare le lasagne e a preferire le soste in libreria. Francamente non importa neppure a me.
So che abbiamo avuti molti sogni,in parte si sono realizzati, altri camminano con noi come segrete
aspirazioni del cuore.In questo e non soltanto in questo siamo uguali.


Quando mi hai scritto in un commento che ero cresciuta come Poeta, che cio’ che scrivo e’ cambiato ed in meglio,ho capito che forse le mie fatiche di mamma e di donna non erano state vane.

.E’ vero che ogni cosa nuova e bella mi attrae e mi porta lontano con la fantasia. Cantavamo insieme e continuiamo a farlo ed e’ il canto della vita che scopriamo in tante cose in comune”. Stasera c’e un meraviglioso chiar di luna su Salerno,
Se anche tu vedi la stessa luna, non siamo poi cosi’ lontani”……………….

Devo dirti che anche a me non me ne importa niente, delle lasagne,intendo,anche se cerco disperatamente di far bene, forse il bene che vuoi da me e’ solo la comprensione, la condivisione, l’amore.,soprattutto vedermi serena e soddisfatta della mia vita
.Lo sono ,figlio caro, ed il merito in gran parte e’ tuo.
D’ebano sono i tuoi occhi mentre ti parlo
miele e’ la tua voce che scende nell’animo
carezza la tua mano che mi sfiora le labbra
e suggella il silenzio e tenerezza.
Plachi il mio cuore al gesto delicato
e una dolcezza mi pervade i sensi
ed il mio grido di dissolve in canto



A mio figlio Stefano, musicista e Poeta.
________________Nicole




Poeta per disperazione


(Faccio mia l'epressione di M.Pomilio che si definisce cattolico per disperazione).

La poesia trasfigura la realtà,la rende vivibile e accettabile per ognuno di noi.
Essa non ci propone favole ne’illusioni:la poesia non fa che addolcire le nostre pene,lenire i nostri affanni,dar volto alle nostre gioie.
Nel momento in cui il vissuto viene espresso in poesia,perde la sua immediatezza,viene filtrato dall’intelletto e dai sensi,dal nostro cuore, ci appare meno immediato,immerso nella luce piu’ serena della meditazione poetica.

L’essere intero e’ impegnato nella stesura di un componimento come mette in rilievo Montale,nella sua lettera a Comisso a proposito di una sua sua raccolta di poesie “Solo in un libro, fisiologicamente mio(scritto coi nervi)mi ci ritrovo”.

L’uomo e’ uno sconfitto per definizione,la brevis lux,”in questa aiola che ne fa tanto feroci” (Dante)
termina con l’evento che nessuno puo’ evitare ed e’ il solo accadimento che fa veramente paura,proprio perche’ unico e definitivo:appartiene alla natura dell’uomo,ma non e’ da esso dominabile.Se la filosofia e’ meditazione della vita non della morte,(non mortis,sed vitae meditatio est , come asseriva nel suo solenne latino Spinoza) lo e’ anche la poesia,a mio avviso.

E’ come mettere ali scintillanti di oro a una farfalla che sa di poter vivere solamente un giorno, ma a quel giorno ella vuol dare tutta la luminosita’ di cui e’ capace.
Riveste il suo giorno di luce e lo rende unico.
La poesia é per me,la vita vissuta ,non nell’usuale quotidiano abito grigio, ma con l’abito della festa colorato appunto come ali di farfalla,che libera e felice leva alto il suo volo, pur rimanendo famigliarmente tra noi.
Ma anche le ali della farfalla possono bagnarsi di pioggia,sciuparsi a causa delle intemperie,basta una scrollatina , le gocce di pioggia si asciugano e quelle ali distese nel sole riprendono i loro smaglianti ,ridenti colori.
“Ridon le carte” con plastica espressione, dice Dante della pittura.(II, 6)
La poesia al pari della pittura(ut pictura ,poesis.Orazio) puo’ avere toni ridenti e vividi ,meno luminosi a volte..
“Quando l’animo e’ triste e troppo solo e il cuor non riesce a fargli compagnia”M.Moretti.,ma difficilmente resta in questa situazione negativa.
C’e’ una fede nel cuore del poeta che lo spinge a risalire,a nuotare anche quando gli sembra di non farcela piu’,e’ la farfalla che torna a volare,che non si fa abbattere dalla vita e deve mostrare sempre e comunque i suoi bagliori che spezzano la notte.
Si’, la poesia spezza qualsiasi notte,fa luce nel buio a cui ci condannano eventi esistenziali,e trova un appiglio,uno spunto,ci fa sentire vivi e non tanto soli ,forse.
Alla domanda che l’umanita’ si pone da sempre, se l’anima sia immortale,penso che si possa affiancare l’altra, non meno nota alla storia degli uomini,se la poesia sia immortale.
Per poter rispondere alla prima,bisognerebbe avere una fede salda ed incrollabile, si richiede all’uomo di avere una forza da turris eburnea,una certezza della sopravvivenza della sostanza di la’ degli accidenti.
Bisognerebbe essere Dante o Tommaso d’Aquino
Per aver fede nella immortalita’ della poesia,
basta essere semplicemente uomini,nel senso piu’ vero della parola,avere cioe’ quel rispetto per l’essere umano che ce lo rende fratello eppure unico.
La poesia da’ l’immortalita’, talche’ avverto che quando un poeta invecchia o addirittura ci lascia , rimango incredula e smarrita.
La morte di un poeta,infatti, non sembra un fatto definitivo,conclusivo.
Egli aleggia sempre intorno a noi ,che lo abbiamo letto ed amato,con i suoi canti,con le sue espressioni tipiche,con le sue risonanze,che ne fanno vibrare ancora la voce nell’aria che ci circonda,come una musica che ritroviamo ,espressione di un nostro stato d’animo.
Il poeta e’ là,lo sta vivendo con noi,ce lo interpreta e ce lo restituisce con la magia dei suoi versi,cosicche’ troviamo espresso ciò che noi abbiamo solo intuito.
La voce del poeta rimane nella casa in cui e’ vissuto,corre per le strade che lo hanno visto crescere,giocare,camminare,vivere,ridere e soffrire.
Essa rimane nei nostri libri piu’ cari,quelli accarezziamo di continuo,che nessuno deve toccarci,che sono preziosi per noi,che sfogliamo mille e mille volte ed ogni volta sanno darci qualcosa di piu’e di diverso..
Essi accompagnano la nostra vita fedelmente,non cio fanno sentire la crudezza della solitudine.

Anche io,come tutti gli esseri umani,sentendomi sola chiesi aiuto Poesia .Ella mi prese per mano ed e mi condusse in immense plaghe luminose di infinita solitudine , iniziammo un cammino difficile e faticoso,
Ma non ero sola ,nel mio percorso.
Tanti popoli,tanti uomini, avevano affidato a Poesia di narrare la propria storia ed ognu uno aveva trovato in essa una risposta alle proprie esigenze di individui e come esseri sociali,uomini del mio tempo spinti dall’amore per la ricerca,con umilta’e con fede nel sogno veder sorgere una notte ,piu’ luminosa per navigare..
Quante sofferenze,quanti lutti, quante pagine della nostra vita che apparivano definitive,hanno assunto una colorazione meno netta ,sono state viste in una visione meno drammatica,sono state accettate,come facenti parte della vita ,perche’ le abbiamo affidate a Poesia?

E’ specialmente nel pianto che l’anima manifesta la sua presenza,per una segreta comprensione che tramuta in acqua il dolore.(V.Magrelli).
Compone frasi sue comunica le emozioni che bruciano sempre nel suo angolo segreto ad altri esseri si identifica con il loro stato d’animo,da vita a proprie composizioni
E’in questi momenti che l’uomo si scopre poeta,canta il suo dolore lo esterna,lo allontana da se e se ne riappropria dandogli una giustificazione.
Il bambino che scrive pensierini e poesiole per la Festa della mamma,l’adolescente che riempie
pagine e pagine di diario di lodi per l’amata,del dischiudersi dell’animo all’amore infinito esclusivo,dolcissimo, la madre che improvvisa nenie dinanzi alla culla del proprio figlio,riversandosi tutta in quel canto,su quella culla, il volgersi verso la luce con parole di speranza dell’uomo che muore, sono espressioni di poesia che ogni essere umano ha ed esprime col proprio stile e lascia in eredita’ a quelli che vengono dopo e lo amano.Sopravvive alla morte.

“Piu’ luce! “esclamò Goethe morente.Fu la sua ultima poesia.


Delle persone che ci hanno preceduto nel cammino della vita,noi ricordiamo solo le parole che ci hanno colpito,che hanno segnato il nostro animo per incisivita’ e passione,ricordiamo cioe’ la loro poesia.

Non possiamo togliere il volo alla farfalla, che e’ in noi ,non possiamo impedirle di indossare il suo abito piu’ bello.

Dissi a mia madre che traduceva una poesia di Elouard:”Questo verso non e’ esatto,devi tradurre cosi’:Saisons fiancées.”Stagioni fidanzate!"No,non mi piace"ribatte’, guardandomi fissa negli occhi.Io voglio dire:" Stagioni che si susseguono!.A me. piace di piu’ questa espressione.Va bene cosi"___.
Le sue stagioni ella le vedeva susseguirsi nello svolgersi del tempo,come di chi continua a vivere nel ricordo delle passate e nella speranza delle successive."Va bene cosi”Conclusi.
Perche’ toglierle quella fede nell’espressione del proprio sentimento del tempo.?
“Va bene cosi’”,le confermai,”la tua e’ poesia piu’ bella”._____Il poeta aveva acceso nel suo animo la fiammella e lei la faceva vibrare e brillare a suo piacimento.

La mia farfalla aveva spiccato il suo volo inarrestabile e vittoriosa e libera ,indossando l’abito piu’ colorato,quello che amava di piu’.

Se dopo tante poesie,
la parola nostra non sopravviverà
Se dopo tanti uccelli,
certi loro conguettii
non sopravviveranno,
allora certamente si fermera’
la celebrazione della primavera
si sfilaccera’ la luce,
svaporera’ il profumo
della sua lancia lucente.

La mia poesia,quanto valga non lo so e non lo sapro’ mai..Essa mi permette di dare le cose piu’ belle alle persone che amo,mi fa sentire libera di esprimere i miei sentimenti che altrimenti non saprei esternare ,per questo sono componimenti che non hanno la pretesa di essere originali,di dare verita’ universali,ma solo di consentirmi di dire quello che sento a chi puo’ capirmi,perche unito a me da legame affettivo,da una consuetudine di vita ,di intenti ed accetta i semplici e cari moti del mio cuore.

Volate libere e splendide ,farfalle,
La vostra armonia vinca “di mille secoli il silenzio”.(Foscolo)





Ai miei amici poeti ____Nicole






Salerno 19 giugno 2006

Amico caro,

Ho molto gradito il tuo dono,
Tu sai quanto ami scrivere e come passi le ore a computer per radunare sparsi pensieri e sensazioni in questo periodo della mia vita soprattutto, che la presenza accanto a i miei qui a Salerno, mi e' sembrata, se non indispensabile, almeno necessaria , per vedere riunita la nostra casa ,funestata dalla malattia di mio fratello, Nicola che tu conosci tuo dal momento che te ne parlo sempre.
Ma quello che mi colpisce maggiormente e' vedere mia madre cosi' affranta e nello stesso tempo impegnata a concentrare tutte le sue forze per aiutare noi tutti ed in particolare il "piccolo" che tale e' rimasto
sempre per noi.
Dirti che sono addolorata é poco e qui sul tavolo della sala da pranzo, dove abbiamo trascorso tanta parte della nostra giovinezza,piena di ricordi segnati dal tempo sull'orologio a pendolo, ho iniziato a scrivere di nuovo ed il mio primo pensiero e' per te che con questo gesto mi mostri ancora una volta una vera condivisione di vita .
Mi e' mancata e tu lo sai.
Il political correct, la freddezza sono state a lungo compagne della mia vita e del mio rapporto con gli altri ora con te sento che non sono più sola e vorrei che questo lo capissi fino in fondo insieme al bene che mi dai e che mi fai. Nonostante la lontananza tra noi due si sia
aumentata, guardando questa distesa azzurra e
le navi in lontananza, mi sembra di esserti più vicina ed i delfini che a branco penetrano il golfo, mi riportano alla mente la nostra storia che non e’ solo nella fiaba.
Vorrei scrivere per te una fiaba bella.........
non e’ solo un augurio per Mikay, ma e’ il mio desiderio di vederti felice.
Vorrei che la tua parte poetica, tornasse a risplendere e a trovare sempre nuove conferme.
Se un po’ di merito ce l’avessi anche io, la mia esistenza non sarebbe stata inutile.
Molti sogni sono precipitati nel nulla, molti vorrei restassero fermi ,foglie rosse di vite nello scoppio dell’estate.
Vorrei le raccogliessimo con le nostre mani ad una ad una come dono prezioso della vita che abbiamo dinnanzi a noi.
Un giorno, un anno, cento anni, non importa quando, ma come sono vissuta e, con te, tutto mi sembra nuovo e bello.
Questa e’ solo un’occasione per dirtelo:a volte si deve farlo, prima che sia troppo tardi.
La fragilita' della vita e degli uomini, mi ha insegnato ad amare, ad essere generosa, a non lesinare affetto e comprensione e gesti cari che fanno bene al cuore .
Prima che sia troppo tardi....

Una strana ansia si e' impadronita di me in questi giorni, che non riesco a dominare.
Mi sembra tutto troppo breve.Il tempo, le cose che faccio e che ho fatto, il mio rapporto con i miei fratelli,con i miei figli perfino, come se tutto si fosse fermato in quel giorno, alla notizia, alla telefonata improvvisa , al mio tempo trascorso a meditare a Taranto ,alle poesie pubblicate, al consenso come poeta, ai nostri brevi incontri, alle lunghe giornate senza presenze care famigliari..........un deserto su cui sarebbero spuntati dei fiori, i nostri pensieri, gli arcobaleni che avrebbero unito due vite, ancora
lontane,ora tanto vicine e complementari.....



Ed ora che sono qui, penso che tutto e' troppo breve per poterci perdere in inutili giri di pensieri e di parole.
Quanto durera' ancora questo tempo tutto sommato felice? Le rondini svettano in rapidi voli fuori del balcone fiorito ed il Golfo si estende fino all'orizzonte da punta Campanella a Paestum, l'aria profuma davvero di fiori , mite come i tramonti estivi ed io vorrei che tutti godessero di questo spettacolo cosi' bello
cosi' vicino al mio cuore, penso a te che sei in studio e sorridi pensando a me che sono contenta del tuo dono.
E' vero , lo sono tanto,mi piace portare con me quello che scrivo e so che nel tuo gesto c'e'tanto amore.
Oggi e' cosi', non penso al passato, voglio che brilli in un solo momento il mio pensiero per la vita che vedo dinnanzi a questo mare amico e fratello,per le luci che iniziano ad accendersi sul percorso che va al castello di Arechi, per la Croce fiammeggiante che fra poco illuminera' il colle stagliandosi contro il cielo.
E mi dira' come ogni sera che i veri Angeli sono gli ammalati, le persone che soffrono.
Ma io aspetto che torni qui si sieda accanto a me come prima.

Tu sei con me, lo sai....come ogni sera sul balcone due sedie vicine, due mani che si stringono,non e’ molto, non ti ho dato molto, lo so, ma e’ per sempre.


Grazie.
__



Grande come il mare, come il mare


Qui c’è un amore, grande come il mare_

E’ stato tutto cosi’ breve e cosi’ bello, vorrei ripercorrere le tappe di questo amore,anche se nessuna espressione riuscira’ mai a definirne la bellezza e la grandezza.
Ancora mi ritieni tua,ancora ti sento mio.
L’amore non si puo’ spiegare, si puo’ solo vivere e a volte porta in sé tante contraddizioni fuori di ogni logica.
Patemi d'animo ed improvvise fuggevoli momenti di gioia.

Eri tu l’albero ero io la foglia,le radici erano salde, il sentimento immenso , eppure e’ finito.
Come e quando, non ce ne siamo accorti, eppure e’ avvenuto ed e’ stato molto doloroso.
Vedi, tu mi passi accanto ogni momento come una farfalla che mi vola intorno, si posa sull’angolo della tastiera ed io capisco che in questo momento tu mi stai pensando, che forse parli di me con qualche comune conoscente e ti vengono fuori parole di affetto, come molti mi dicono,di stima profonda, eppure io lo so che tu hai paura quasi di questo sentimento che ci lega e vivi parallelo alla mia vita come un custode fedele, ma non ci incontriamo se non per qualche avvenimento ufficiale.
So che non sei felice senza di me,, ma non eri felice neppure con me, una felicità’ a sprazzi, subito cancellata dal timore di fermarti ed osservare fuori e dentro di te.
Non hai mai cercato di fare chiarezza nel tuo animo, o semplicemente era questo che volevi, un porto sicuro,un rifugio segreto, sapere di arrivare ed assere accettato sempre e comunque.
Succede molto piu' spesso di quello che si possa immaginare.
Ho cercato di seguire questo ritmo ,questo continuo ondeggiare ma per me era destabilizzante, mi dava un senso continuo di provvisorio,di precario ed alla fine con i nervi a pezzi ho ceduto,mi sono arresa e non ti ho cercato piu’, anche se ti trovavo puntualmente nei miei pensieri, nei libri che hai lasciato a casa, nelle tue cose ancora nei cassetti, nel mio cuore soprattutto che e’ legato al tuo ricordo, ai tanti anni trascorsi insieme,ai progetti, a momenti felici che affiorano ed ancora mi fanno fremere ed impallidire.
Non posso dire che vivo senza di te, ma solo che sopravvivo e la luce dei giorni e dei momenti "nostri" scoppia all’improvviso, come un fuoco d’artificio,e scende a gocce lungo il cielo terso del ricordo,per far riscontro ad un mio improvviso sorriso.La vita mi ha deluso profondamente.
Nonostante le molte illusioni e fede.
Vedo che poco e’ rimasto della donna di ieri
Mi manchi molto e nonostante abbia altri affetti ed interessi, il vuoto lasciato da te lo sento e lo vivo quotidianamente.
Certamente avro' altri dolori, ma il vederti andare via e' stato un distacco molto sofferto.
Il tuo volto giganteggia su tutto, come quelle maschere delle tragedie greche che tu ed io amavamo tanto vedere insieme tutti gli anni.Mi mancano sai.
La nostra storia mi rimanda solo momenti belli forse falsati dal ricordo,ma comunque e’ cosi’.
I nostri figli non fanno altro che acuire questo senso di pena profonda e di appartenenza di la’ di ogni conflitto e la nostra unione e’ visibile in loro.
"Noi siamo due chicchi di grano sbattuti dal vento"
mi dicevi scherzando ed il vento soffio’ forte, ma non ti allontano’ che per poco.
Sei tornato da me e vivi con me.
In ogni attimo della mia vita, io resto tua moglie, per sempre.
Il noi ci unisce e ci condanna a camminare insieme per sempre in una tempesta che non finisce mai e ci consente soltanto qualche breve sosta.
Non mi chiamavo Sara allora ,il mio nome voglio sia soltanto tuo, anche se spesso mi vezzeggiavi e mi chiamavi con vezz teneri, mi tenevi sempre per mano e avevi verso di me un atteggiamento protettivo,quasi paterno, che oggi mi sembra bello, ma allora mi soffocava del tutto.

Piu’ tardi forse lo avrei rimpianto, quando le lunghe sere scendevano minacciose su di me,
condannandomi al silenzio e alla solitudine.
Ero abituata alla tua presenza ,che amavo, temevo anche, perche’ improvvisamente gli scoppi d’ira mi terrorizzavano e la violenza della tua collera.
Non ho mai capito il perche’, sembrava che tutto ti desse fastidio,diventavi cupo, mi guardavi con disprezzo ed io non capivo se non che era il momento di sottrarmi alla tua insofferenza.

Forse ero troppo giovane per capire, troppo sola per confrontarmi con altri comportamenti, troppo inesperta per comprendere che c’era in te il magma di quella terra rovente da cui provenivi.

Forse e' l'amore nostro grande come il mare nato sulle rive dello Jonio, che conosce mutamenti improvvisi che ci sorprendono.
Non lo so, credo di avere impiegato tutta la vita per difendere la cittadella.

Bene o male, chi puo' dirlo?

Ho cercato di tessere una coperta calda e grande per proteggere tutti noi.
Non ce l'ho fatta. E' venuta corta.
Qualcuno e' rimasto fuori, a malincuore

___________________________Nicole






















sara mi parlp:il muretto di Leporano.

Sara mi raggiunse in giardino, si sedette sulla panchina accanto a me,vestita della sua poesia, che esprimeva con lo sguardo sereno, con gli occhi vividi, che si abbassavano a guardare il seno della gonna dove le mani bianche, non provate dai segni del tempo, si intrecciavano, ora tranquille, a tratti mobilissime a tormentare un fazzolettino bianco e profumato, quando la passione rendeva concitato il suo parlare pacato che solo un’improvvisa emozione interrompeva per qualche attimo, col rossore che le ravvivava di tempo in tempo le gote.
"Solitudine e angoscia.
in questo altalenante tran tran della vita.
Ma riprendo le redini e ricomincio a costruire
a ritessere la trama dell’esistenza,
sempre meno convinta che quello che faccio
sia giusto, per me.
Sempre piu’ convinta che
comunque io debba continuare
per gli altri.
Ascolta,
la vita e’ per me nello scrivere, quasi come un’attivita’ che devo necessariamente svolgere, anche se non so dove mi porterà.
Quando osservo la vita fuori di me e dentro di me penso che descrivere i fenomeni interni ed esterni, sia una necessità, come un puntualizzare, un mettere a fuoco le esperienze vissute. Non e’ sempre facile scrivere:ci sono giorni in cui la penna ti resta tra le dita ed il cervello con ti detta niente.
Sono i giorni in cui tante emozioni affollano la mente in maniera lucida, ma disordinata. Ed io sono la’ col quaderno sulle ginocchia, gironzolando da un tavolo all’altro, senza combinare nulla..
L’anima si chiude, si genuflette dinnanzi ai pensieri che mi distolgono da me, mi fanno vedere come proiettati cu di una tela tutti gli avvenimenti del mondo, che mi affollano di emozioni e mi impediscono di creare qualcosa di mio.
L’animo e’ perturbato, stravolto, commosso, forse, ma le difficoltà, i problemi che la societa’ ci pone sono tanti.....
Quello che piu’ mi colpisce, mi atterrisce, mi paralizza e’ vedere il poco rispetto che abbiamo noi uomini per noi stessi e per la vita in genere.
Avevamo avuto un dono grande,ed era la libertà, non abbiamo saputo gestirla se non per sopraffarci tra noi e schiacciare i piu’ deboli, gli emarginati, quelli a cui potevamo porgere aiuto, stendere la mano amica.
Dominare la terra, significava mettere la scienza, ove per scienza intendo tutto quello che l’uomo apprende fino ai gradi piu’ alti del sapere, al servizio dell’uomo, per il benessere di tutti.........
Oggi, ci troviamo in un mondo che ha ignorato l’esistenza di popolazioni che non hanno mezzi di sussistenza, che vagano da una parte all’altra dei continenti, in cerca di un luogo in cui poter vivere, in cui poter morire in pace. No, sono in corridoio.
Hai provato mai a stare tu in corridoio? E’ terribile!
E coloro che dovrebbero aiutare le popolazioni piu’ indigenti, noi li vediamo scendere dagli aerei personali ed annunciare nuove guerre, nuove distruzioni, nuovi lutti, nuovi vecchi e bambini barbaramente uccisi, molti, sempre troppi, per l’egoismo di pochi.
I poeti, quelli che hanno il dono di saper scrivere, non devono ignorare tutto cio’, devono levare le loro voci come per una grande protesta, devono far sentire il peso del loro canto, interpretando i sentimenti dei più.
E’ un nostro dovere morale e civile!
la Poesia, l’arte, la musica sono segni della presenza del’uomo nel mondo, non della morte dell’uomo e delle sue idee.
La Poesia e’ civilta’ insegna, all’uomo a comunicare con l’altro, in un espressione che e’ comprensibile a tutti.
In questo momento storico puo’ comunicare idee positive che facciano tacere i trionfalismi di alcune nazioni ed aiutino tutti a collaborare, a progredire, a non stare fermi a guardare, a rendersi protagonisti della storia, la nostra storia.
La civilta’ non puo’ essere desiderio di morte……
La sua parola divenne canto, armonia.
I nostri sogni bagnati dal tempo
stesi ai balconi a primavera
riacquistano i colori e l’oro
della nostra giovinezza
La giovinezza piena di colori
non conosce epoche
non muta con i tempi,
è sempre splendida e credula
volta alla scoperta del nuovo e del bello.
Il mondo di ieri propose ai giovani le guerre e le atrocità delle due guerre,
il mondo di oggi propone loro ancora guerre, per ora lontane, terrorismo, inseguimenti sulle autostrade, sparatorie nelle vie delle citta’, delinquenza, insicurezza, misfatti ed atrocita’
di ogni genere, violenze che si consumano anche tra
le pareti domestiche e scava i loro animi la paura di non essere attrezzati sufficientemente,
di non essere all’altezza di affrontare una realtà cosi’ difficile e complessa, di trovarsi soli in un deserto di ideali,
con le potenzialita’ che sorgono spontanee nell’animo del giovane, che si apre ala vita, ma che non trovano riscontro nella realta’.
L’adulto spesso si chiude nell’egoistico cerchio del privato, limitato e limitante, il giovane apre le sue mani agli altri,aiuta il prossimo, i vechi, i bambini, gli ammalati,i cani abbandonati.
Nessuno della nostra generazione avrebbe mai pensato che si potessero somministrare a dei cani randagi farmaci costosi, ne’prenderli in adozione.
Il cane era indice di uno status sociale, di un benessere raggiunto esattamente come l’auto di grossa cilindrata o il visone alle mogli. I cani, dovevano essere di razza pregiata, per essere ospitati nelle famiglie piu’abbienti, gli altri finivano nei lacci dell’accalappiacani.
Oggi i ragazzi curano ”i compagni dalle orecchie aguzze” e proteggono quelli che sono nei canili con la loro opera di volontariato, esattamente come farebbero con delle persone,
e si prodigano a che vengano adottati i meno fortunati.
I giovani, quanto si prodigano oggi negli ospedali, nei centri di accoglienza, corrono dovunque c’e’ bisogno della loro forza e della loro tenacia, della loro parola, del loro grande cuore
soprattutto!
Vedi quel muretto, che percorre la strada da qui al paese vicino?
Per anni e’ rimasto abbandonato, ricoperto di arbusti, rifiuti, tana per topi e lucertole,
si sgretolava giorno dopo giorno, rendendo pericolosa la strada soprattutto durante le piogge, dando un aria disordinata e trascurata al paesaggio
Una mattina mi sono levata di buonora, per fare la mia passeggiata ed ho visto una schiera
colorata di giovanotti e giovanotte che armati di calce e cazzuole e grossi sassi, seri ed impegnati costruivano pazientemente il muretto. Pietra su pietra, un lavoraccio!
Li ho ammirati molto per il senso del bene comune e per la cura nella protezione del nostro ambiente.
Le pietre portate sulle cariole, disposte
una per una, si reggevano con una tecnica antica, ad incastro, quella stessa che vede la costruzione dei trulli. Li ho visti darsi da fare per un paio di giorni tra lo sguardo incredulo e compiaciuto dei passanti
A sera il muretto di Veporano era terminato, con grande soddisfazione di tutti. Ed ora e’ li!
Mi sono molto commossa e non ho potuto continuare la passeggiata senza prima dire: Bravi, ragazzi!
Consapevole che pietra su pietra si puo’ costruire tutta una vita".
Sara tacque pensierosa, si puli’ gli occhiali , vidi che era turbata e non osai chiederle se,la sua costruzione, era venuta altrettanto bene.
Ma lei capi’ la mia curiosita’ e fu come se una nuvola adombrasse i suoi occhi pensosi e belli.
Mi addito delle margherite, un po’ stropicciate, che stentavano a tenersi dritte sugli steli.
Vedi, mi disse , ieri ho comprato tante piantine e me le sono portate a casa in fretta, era gia Primavera, le ho piantate con cura ,le ho innaffiate ben bene e le guardavo dal vetro incantata .Erano delle violette, una piccola siepe di corolle, belle e fresche.
Ad un tratto si e’ levato un vento fortissimo, quel vento improvviso che dal mare risale alla scogliera, non visto, non sentito. Ho visto ondeggiare le piccole piante piu’ volte tutte insieme e poi abbattersi sulla terra sfinite. Non ho fatto in tempo a tirarle dentro.
Ecco vedi, e’ successo anche a me, di cadere, travolta dal vento. Ed e’ quel tanto di imponderabile che c’e’ nella vita di ciascuno.
La sorte,ecco il perche’, noi siamo le canne e la sorte e’ il vento , mi ricordo’.
La vidi dirigersi piano piano verso il cancello... La sentivo mormorare: "Ma almeno proviamoci a costruire il Muretto.... La fortuna, quella non posso averla io e non posso darla a te, amica cara, ne’ alle persone a cui voglio bene e credimi sono tante, tante, ma proprio tante..."
Ed allargo’ le braccia come per volere abbracciare il mondo.
La vidi dirigersi nel viottolo verso la sua casa e scomparire dietro il cespuglio.

Nessuno faccia vibrare fatuamente le corde della sua lira
Ad opera grande si volge chi ora tocca questa corda.
Se non sai cantare la tua gioia, o il tuo affanno,
non sei utile al mondo.
Lascia pure da parte quel sacro strumento
………. (V. Hugo)

_________Nicole
A tutti i ragazzi che leggono
e ai loro muretti.










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