Penso che il mio per te sia vero amore.
Giù al fiume giungemmo giunchi intrecciando corone
nostalgiche d'allori
per addestrare le dita a intrighi e nuove trame,
successione di reami lungo l'estate dei ricordi confusi, deflorati,
carezze alcoliche sfondate sui fondali, affilati di coralli.
Accavallavi le gambe perchè sciogliessi certi nodi
e muovevi al vento i tuoi capelli sciolti
in attesa della prima neve che li avrebbe coperti.
Con le parole sul tappeto della lingua, volanti
e la speranza che avrei capito come tacere al più presto,
e che sarei passato ai fatti, facendoti di un rogo rosso sangue.
Penso che il mio per te sia vero amore.
Nessun futuro anteriore a quei postumi di sonate stanche
ti ha data alle fiamme, in una bestemmia di amplessi catartici.
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