Caro Papa Francesco,
ti scrivo dalla mia stanza all'ultimo piano - vicino al cielo - per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa.
Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano.
Questa passione è il vento dello "Spirito" che muove il mondo. Lo vedo dalla mia piccola finestra con le piante impazzite che si muovono a questo vento e i gabbiani che lo accompagnano.
In questo tempo non posso più uscire, ma ti sto accanto in tutte le uscite che fai tu. Un pensiero fisso mi accompagna ancora oggi: "spes contra spem".
Caro Papa Francesco, sono più avanti di te negli anni, ma credo che anche tu ti trovi a dover vivere "spes contra spem".
TI VOGLIO BENE DAVVERO
Tuo Marco.
P.S.
Ho preso in mano la croce che portava mons. Romero, e non riesco a staccarmene.
(Lettera autografa di Marco Pannella al Papa, scritta meno di un mese prima di morire.)
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