Armando Bettozzi
Rigagnoli sul vetro velato
Oltre i vetri
velati
l’orizzonte è sfumato…
D’istinto, disegna
sghimbesci tratti, l’indice.
E tra minime goccioline
per il vetro terso
come da oblò
si vedon brani di scena messi a fuoco.
Né può il respiro ricucire il velo.
Si mescola il pensiero a ricordi
ora più chiari…
Come fiocchi, sembran
lievitar nell’aria, o passare
come cirri leggeri e sfibrati,
o come nembi pesanti e scuri….
E improvvisa pioggerella
vien come per far festa
come quando è primavera e bagna il prato.
L’alternano scrosci turbolenti…
Si vela ancora il vetro.
E gli occhi pure
adesso
son velati…
Colpisce, improvvisa, la saetta
un gabbiano,
e vermiglio il ciel si fa,
e ancor non è il tramonto.
Armando Bettozzi
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