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Padre, papa’ mio

di Caterina Nicoletta Accettura
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Pubblicato il 05/02/2010 06:04:01





Padre, papà mio.



Mio padre,

e’ in assoluto il referente della mia Poesia.
Ho iniziato a scrivere poesie quando egli e’ morto.
Mi suona strano usare questa parola per lui che e’ sempre cosi’ presente nella mia vita, eppure devo usarla perche’ questo termine da una dignita’ a chi non c’e’ piu’.
Giustifica la perdita per chi rimane ed i sensi di colpa di essere sopravvissuto.
La morte e’ ineluttabile , definitiva , atroce, un ultimo atto doloroso,non ha bisogno di sinonimi, ne’ di eufemismi.
Eppure non si e’ mai tanto vicini come quando avviene .
Mio padre e’ morto a Milano, lontano dalla sua casa.
Quando si accorse di essere vicino al capolinea, chiese di andare da suo figlio, che risiedeva li dall’eta’ di ventitre’ anni,per lavoro, uno dei suoi grandi dispiaceri vederlo andar via cosi’ giovane.Solo per quel ragazzo partito in fretta ricordo di averlo visto piangere e per la morte della sua mamma.
All’ospedale S. Carlo, dove era stato ricoverato per un brutto male,che in venti giorni lo ha distrutto.
Io non l’ho visto morire poiche’ ero a Taranto.
Mori’improvvisamente dopo un intervento che mise ad estrema prova la sua pur forte fibra.
Per me fu un colpo terribile dal quale non mi riprendero ’ piu’, un amore che non finira’ mai di mancarmi.
Non ho mai pianto per me, ma per lui,per quello che gli era stato tolto, per quel presepe che voleva fare a Natale, per tutti noi, come ogni anno,per quella immensa ingiusta sofferenza al suo corpo ed al suo spirito.
E’ la prima volta che ne parlo in prosa, la poesia il verso danno un tono gentile, edulcorato, rendono accettabile una realta’ che ,scritta semplicemente, sbatte in faccia e fa male, ci scopre,ci scartavetra.
Avrei voluto fare qualcosa per lui , oltre al gran fascio di rose bianche ed al grande dolore che gli offrivo e la mia vita in cambio.
Ma era per lui che suonava la campana e fu il primo doloroso consenso alla vita che se ne andava.
Mio padre amava molto gli studi e la letteratura, italiana e francese,tedesca,era un appassionato di teatro ed io ho rispettato la sua volonta’.
Non ci ha mai chiesto nulla,era moderno, uno spirito libero.
Ci voleva liberi, indipendenti,voleva facessimo sport, ci accompagnava a Teatro,alle feste con gli amici di sempre.Ci lasciava sull’entrare e ci veniva a riprendere,con un sorriso
affettuoso che non avrei piu’ incontrato su altri volti.

Voleva solo che studiassimo,non avrebbe mai permesso che una figlia non fosse economicamente indipendente.
Cosa insolita per la mia generazione o quantomeno non indispensabile.
Figlio di una famiglia di professionisti, sapeva che solo il lavoro e l’affermazione di se’, la responsabilità’ erano la base di una vita equilibrata.
Il primo valore era per lui l’amore ed ha amato infinitamente noi , la mamma ed anche tutte le persone che lo avvicinavano, attratte dalla sua signorilita’ e serieta’.
Non voglio lodarlo piu’ di quanto ogni figlia lodi il proprio papa’, ma per me era un vero grande amore.
Abbiamo avuto una grande intesa e lui sentiva il mio affetto e me lo ricambiava.
Mi rispettava poiche’ ero la sua prima figlia , mi chiamavo come sua madre ed ero adorata da entrambi.
Quando non ci fu piu’, cominciai a far poesia , sentivo una forza che mi portava a scrivere, a ricordare, a mettere sulla carta le mie emozioni.
" Non ci sei piu',mi tormentavo....."
Sentivo le mani vuote ed il cuore in tempesta,solo l'atto stesso di scrivere , me lo riportava.
Quando mi iscrissi al Club dei poeti,dedicai a lui la mia prima pubblicazione.Castel del monte, una poesia che mi vedeva bambina andare colui in Lambretta a visitare il famoso maniero.
Una scampagnata finita con un acquazzone incredibile.
Venne accolta con grande benevolenza ed io in cuor mio pensavo di averlo portato con me tra i poeti che tanto amava.
Forse era solo un’illusione, ma ancora oggi quando mi siedo dinnanzi al computer e scrivo qualcosa, lo sento vicino, dietro le mie spalle che mi accarezza i capelli e mi dice :
"Vai avanti, non ti preoccupare ,Riry, non e’ successo niente
Me le disse in sogno una volta queste parole
per la prima volta.
Ma io so che sono successe molte cose invece, alcune belle, altre dolorose,
devastanti,nel corso degli anni, ho sofferto molto, non sempre ho potuto far fronte a tutto quello che mi chiedeva la vita, i figli, il mio compagno,forse solo perche’ nella vita di tutti si alternano gioie e sofferenze, ma la sua mano sul mio capo, sono sempre molto sola, mi da la forza di essere serena e di dare quell’amore che egli dava con tenerezza, con sobrieta’,fino alla fineed oltre

Mi dà una dolcezza al cuore il solo pensiero di essere stata amata tanto e questa dolcezza mi fa guardare la vita senza rancore.
Non e’ sempre stato facile,ma ho avuto lui come punto fermo, un timone durante le tempeste per usare il gergo
marinaro che egli amava……Le vele, mio padre amava le vele, le navi , gli aerei,le auto da corsa, tutto ciò che si allontanava come l’infinito.
Io ho le sue stesse passioni.
Era un sognatore, era un Poeta .Il mio.
Buonanotte Pa’,come ogni notte.
Insegnami ad amare la vita anche quando appare cosi’ ostile
e difficile il cammino quotidiano.


____________Nicole



































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