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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Solo il buio

di Michele Rotunno
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Pubblicato il 16/10/2010 09:55:23

Solo il buio

Sono stanco, sfiduciato, depresso,
quasi distrutto
Giornate come queste, si ripetono
sempre più frequentemente
Sì, sono davvero stanco,
vorrei che tutto finisse,
se solo osassi….
Anche stasera mi ritrovo solo
come al solito
a combattere gli spettri del futuro
Già, il passato è ormai andato,
il futuro è già morto
Sono solo, con una manciata di cerini
La luce ha avuto un blackout,
mi è del tutto indifferente.
Le prime ombre della sera stanno calando,
tra poco sarà buio
Non temo il buio
Ho paura del buio

Sono anni che non mi guardo dentro
Non ne avevo ancora sentito il bisogno,
ma ora sì,
l’impalpabile voce della coscienza
mi esorta a farlo
Una volta tanto sono d’accordo con lei
ma non so da dove cominciare
Ricordare il passato non è facile,
è più semplice iniziare dalla fine.
Il buio dovrebbe aiutarmi, invece
mi frena, mi distrae, mi scoraggia
Non temo il buio
Ho paura del buio

Accendo un cerino,
come un flash abbagliante
ripenso agli avvenimenti del mattino,
sono gli ultimi in senso cronologico
Non mi dicono niente,
non hanno influito più di tanto
sulla mia disperata solitudine
Questa è il risultato di una lunga serie
di ipocriti compromessi
e meschine rivalse
Il cerino si spegne
Non temo il buio
Ho paura del buio

Accendo, uno dopo l’altro, altri cerini
Ad ognuno di essi corrisponde un ricordo,
sempre più indietro nel tempo
Come i cerini anch’essi si alternano,
ora belli ora brutti ma
sempre freddi, privi di sensazioni,
come se la vita li avesse scarnificati
Niente sensi di colpa,
rimpianti, nostalgia, rammarico,
niente più odio, gioia, amore
Essi si susseguono,
micidiali, implacabili, indifferenti
Ma sono davvero così
freddo nella mia solitudine,
da estraniarli finanche dal cuore?
Ancora un cerino che si spegne
Non temo il buio
Ho paura del buio

Come nuvole vaganti
che offrono tratti di cielo sereno,
ricordi lacerano il guscio che mi avvolge,
sentimenti timidamente riaffiorano
Sono gli anni meno tramortiti dalle delusioni
Rivedo i primi passi di autonoma
e cosciente responsabilità
L’acquisto della prima macchina,
gioia ed esaltazione
Quello della casa con il mutuo ventennale,
gioia e trepidazione
Tralascio il passato fra questi due ricordi,
un completo fallimento
Alla luce dei cerini guardo compassato
vicende e persone
oggetto e soggetto della mia debolezza
Male fatto con cattiveria
e subito con altrettanta passione
Luci ed ombre del passato
Luce e buio.
Non temo il buio
Ho paura del buio

Gli anni della adolescenza
Quelli che si dicono spensierati
ma anche i più decisivi
Quando si getta il seme della vita
da cui genera il carattere che taglia
il cordone ombelicale della famiglia
con il libero arbitrio
di valutare, giudicare, individuare
gli errori da non imitare,
perché poi diventano forieri di distacco
e incomprensioni a volte insanabili
Sono gli anni nei quali
la vita ci scotta maggiormente
come scotta anche l’ultimo cerino
Non temo il buio
Ho paura del buio

La scatola è quasi vuota,
rimane infine un solo cerino
Ormai non ci sono più ricordi
ma solo sensazioni, quasi ancestrali
Non ci sono immagini
ma inconsci ricordi di contatti,
delicate carezze,
aliti caldi,
onde sussurranti,
tepori protettivi.
Oltre non vi è più nulla
Non oso rivolgere il pensiero alla fine,
si confonde troppo con l’inizio
L’ultimo cerino ha compiuto il suo dovere
e si avvia a inoltrarsi nel nulla
Tra poco rimarrà solo il buio
Non temo il buio
Ho solo paura del buio



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