UNA BROCCA DI TEMPO COLMA
Del tempo facevamo briciole.
Dividevamo gli attimi in mille gocce.
Ogni goccia una corsa affannata.
Correvamo a prelevarne un sorso dal bicchiere
che ci consentisse la partenza.
E già pensavamo alla prossima goccia.
E già pensavamo alla prossima partenza.
Ogni sorso una strada da percorrere.
Correvamo nei viali della vita come forsennati.
Ciechi agli alberi e ai fiori, e al cielo sopra noi.
Andare e tornare e ancora partire.
L'azione prevaleva sulla meta.
La giostra non si fermava mai.
Il bicchiere prosciugato ci inquietava.
Lo riempivamo alla fonte del tempo
per consumarne il liquido in un andirivieni convulso.
Adesso i cavalli della giostra riposano.
E noi ci guardiamo intorno lentamente.
Mentre il tempo trabocca dalla nostra brocca.
Il riposo delle gambe ci fa cambiare punto di vista.
Gli occhi hanno sputato le bende e affondano
in un mondo circoscritto: ecco il giallo dei narcisi
nell'aiuola a destra, del prato, incontrarsi con la retina.
Ed un merlo nero, dal filo della luce, tuffarsi dentro
l'albero della magnolia, dove un nido pieno l'aspetta.
Di fianco al viale di pietra, un cerchio vuoto e secco
ricorda, la grande palma, divorata dal punteruolo rosso.
E subito il pensiero va agli olivi dietro casa. Ce la faranno
a sconfiggere il morbo che da tempo li mina?
Il fastidioso ronzio delle api, resta al cuore, musica lontana.
Chissà se le notti estive, saranno illuminate dalle lucciole.
E noi,
noi che solo ora ci accorgiamo di avere tirato
l'elastico più del dovuto.
Noi, gli invincibili
Noi
adesso, stiamo morendo.
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