VII
L'aboi d'un chien, qui a mis fin à sa peur. Le pilier dun soleil parmi les nuages, le soir. Les flaques que l'écolier voit étinceler dans les mots, dans l'à venir de sa vie, quand il pousse sa plume rêche dans l'enchevêtrement de la dictée trop rapide.
Et toute branche devant le ciel, à cause des évasements des resserrements de sa masse. L'invisible qui là bouillonne, comme la source au dégel, violente. Et les baies rouges, parmi les feuilles.
Et la lumière, au retour; la flamme en quoi tout commence et tout prend fin.
VII
Il latrato di un cane, che ha posto fine alla sua paura.
Il pilastro del sole tra le nuvole, a sera. Le pozzanghere che lo scolaro vede scintillare nelle parole, nell'avvenire della sua vita, quando calca la sua ruvida penna nel garbuglio del dettato troppo veloce.
E ogni ramo davanti al cielo, a causa degli allargamenti dei restringimenti della sua massa. L'invisibile che qui ribollisce, come la sorgente al disgelo, violenta. E le bacche rosse, tra le foglie.
E la luce, al ritorno; la fiamma in cui tutto inizia e tutto ha fine.
[ da Qui dove ricade la freccia (1991), traduzione di Fabio Scotto, Bonnefoy. L'opera poetica, I Meridiani Mondadori ]
