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La ragazza dai capelli rossi

di Giuseppe lonatro
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Pubblicato il 10/09/2025 17:28:52

Io la conoscevo bene, almeno così mi piaceva credere.

La ragazza dai capelli rossi stava sempre lì, sulle scale della libreria, assorta nella lettura come se nulla potesse raggiungerla.

Ogni volta che passavo la trovavo nello stesso punto, alla stessa ora, nello stesso silenzio rumoroso. Intorno c’erano voci, casse che tintinnavano, l’odore acre dei volumi impolverati e il caffè che si macinava al bancone. Lei invece era altrove, in un mondo che nessuno poteva disturbare.

Mi chiedevo cosa leggesse. Forse Dostoevskij, con i suoi abissi di colpa e redenzione. O Kafka, che con le sue ombre parlava di estraneità. A volte pensavo a Baudelaire, perché nei suoi gesti c’era una malinconia sottile, una bellezza triste, simile ai versi dei Fiori del Male.

Non era una cliente qualunque. Quei gradini erano la sua tana, il suo porto. Lo capivi dal modo in cui accarezzava le pagine, come se fossero fragili, come se stesse toccando qualcosa che poteva spezzarsi al minimo rumore.

Forse fuggiva da una casa che le stava stretta, da un padre che non ascoltava, da una società che la inghiottiva. Nei libri trovava un’aria diversa, più respirabile.

Un giorno la incrociai scendendo le scale. Alzò appena lo sguardo: due secondi, non di più. Aveva occhi chiari, quasi trasparenti, e dentro c’era una distanza che non lasciava entrare nessuno. Mi passò accanto senza dire nulla. Ma io, per la prima volta, vidi che stringeva un quaderno logoro, coperto di appunti e frasi sottolineate. Non leggeva soltanto: cercava, annotava, custodiva qualcosa che apparteneva solo a lei.

Ogni volta, quando riponeva il libro con quel gesto lento e usciva, mi chiedevo se un giorno avrebbe trovato, fuori da quelle pagine, qualcosa di simile a ciò che inseguiva. Forse no. Forse la vera vita, per lei, era tutta lì: tra la polvere di una libreria e le parole degli altri.

E io restavo a guardarla sparire tra la folla, con la sensazione che il mondo, per lei, fosse un luogo troppo rumoroso, e che la sua vera casa fosse dentro quel quaderno sgualcito.

 

@G.L. Ottobre 2024

 


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