Il mio rapporto con il mare è in frantumi.
Troppi scogli tra noi (questo elemento
è irragionevole per sua natura
ma anche l’attrazione accasa
dove ha riva). E, nel rapporto, il sole
la fa da padrone, fino ad un certo punto.
Poi, la nostra intimità è andata a fondo.
Sappiate che tutto ciò che è esposto
si deteriora. La luce sbianca le tinte
più accese, l’intenso calore secca la fonte
dell’inestimabile anemone: e svuota
la spinta; e riaffiora l’abisso a bordo.
Si è deteriorato a causa del sole. Ormai
non facciamo che vederci nell’ombra
e per tenerlo tenero gli racconto
come calpesto la terra.
Oh, per carità!, evito prudentemente
di affrontare l’argomento, d’altr’onde.
Si direbbe un modo stupido per avvicinarlo
all’essere vivente, ma è più sciocco
come ho ridotto la sua vastità
nel perimetro dello scafo all’orizzonte.
E lì si arenano gli occhi.
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