Capita spesso, almeno a me, di fantasticare sulle vite degli sconosciuti che mi trovo a incrociare rapidamente nel corso delle giornate nei luoghi più disparati: chi sarà quella signora che beve il caffè con aria assorta, cosa avranno da dirsi quei due visti di sfuggita ad un incrocio, che vite faranno le persone che ci circondano a bordo di un autobus urbano. E sarà stata proprio quest’ultima domanda a mettere in moto la fervida fantasia di Scalisi, il voler capire cosa celano i volti di quelle che ci sembrano semplici comparse, e cosa potrebbe accadere se i tratti caratteriali di ognuno vengono esasperati da una emergenza. Un autobus urbano è sembrato all’autore il luogo migliore per esplorare la psiche di un gruppo di persone che per caso si incontrano e per caso sono costretti ad una prolungata convivenza nel corso di alcune – drammatiche – ore. La linea 429 che dà il titolo a questo agile romanzo è proprio una di quelle che intersecano le nostre città punteggiate da variopinti ed ansimanti autobus. A bordo di uno di questi, si incontrano le persone più disparate: una mamma col bimbo, un borseggiatore, una procace signora, un rappresentante di orologi e così via. La serenità della corsa mattutina del 429 viene però improvvisamente a mancare a causa di un inatteso quanto violento acquazzone che trasforma ben presto la città in una giungla fatta di ruscellanti corsi d’acqua e alberi caduti. All’interno dell’autobus la naturale riservatezza di ciascuno lascia spazio alla consapevolezza di essere tutti uniti da un unico destino che rischia di assumere le fosche tinte della tragedia. La forzata intimità favorisce il rinascere di rapporti umani e l’esacerbarsi delle più disparate idiosincrasie, punteggiate di ricordi, di sogni, di vecchie e nuove abitudini. Scalisi costruisce le scene e affida la descrizione dei tragici momenti alla viva voce dei passeggeri dell’autobus, con un serrato uso dei dialoghi, come abitudine già evidenziata in altre sue opere. Attraverso i dialoghi la storia acquisisce una estensione temporale, va al di là dell’immantinente presentando spaccati di vita dei personaggi, facendoli apparire rischiarati dalla luce delle loro esistenze, coi loro sogni, aspirazioni, affetti. Scalisi nel breve arco del romanzo ne costruisce le psicologie, dando alla vicenda una particolare tensione narrativa, con un fitto tessuto di umanità, osservato con occhio attento ed indagatore.
In questo romanzo ho ritrovato le qualità che da tempo apprezzo in Scalisi, prima fra tutte la capacità di costruire storie originali, trovando nella vita quotidiana un angolazione molto personale da cui osservare le persone e i loro animi. In questo Linea 429 la capacità di scrittura dell’autore si è ulteriormente affinata, la lettura scorre più fluida e si nota una maggiore pulizia, soprattutto nei dialoghi, con grande piacere del lettore, la cui attenzione è sempre tenuta desta. A suggellare una bella esperienza di lettura non manca un colpo di scena finale.