L'apparato umano urge riflessioni
compatibili con la natura dei perdenti
ragioni che non conservo nella mente
ho solo canzoni per eludere la morte
e la memoria ferma su immagini di una donna passata
a esercitare le mie voglie in monologhi esasperati
e parole ghiacciate.
Fossi stato buono a questo o a quello
sarei diventato adulto
ma essendo impreparato a tutto
ho sviluppato una natura sedentaria.
D'altronde di una seconda natura
divento portatile quando colgo il fiore
o calpesto le foglie nel bosco,
accarezzo il cane, brandisco un resoconto a fine giornata.
Scrivo le mie cose, soggiogato dai sensi di colpa,
vuoto le mie vene per l'inchiostro di poche parole insanguinate.
Quello che conosco lo conosco di fame, di sete, di bivacco.
Struggendomi di rimbalzo come nuvola piatta.
Sul lago provo la frenata. Incedo e cado, resto sempre a galla.
Le mie ferite coincidono.
Fosse possibile un compromesso, avere sempre quarant'anni!
Un eterno incompiuto come prova d'artista.
Un lunghissimo metraggio senza capo nè coda.
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