Pubblicato il 11/07/2021 13:38:48
Mi siedo, stanco, ad una riva dove asciugare i sogni, stropicciati, malmessi, come fossero fogli di un diario strappato in preda ai deliri dell’adolescenza.
Ed il disordine, costante, arriva come un fiume in piena a schiaffeggiare la mente, deridendo ricordi di sere annegate nell’alcool, seduto ad un tavolino dinanzi a una candela spenta troppe volte.
Mi perdono, quando folle, nel mio andare distratto, barcollavo con i sogni sudici di gin e whisky sputando in faccia alla vita come fosse una puttana.
Mi perdono, per tutte le volte che allo specchio sorridevo ad un io contraffatto, ubriaco di vendetta verso la vita, e chiedo perdono alla vita stessa che ho appesa ad un cappio in una camera d’albergo... stanza numero ventuno...
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