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’Dipingere č meditazione’. Pensieri sull’arte

Aforismi

Georges Braque
Via del Vento Edizioni

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 12/02/2013 12:00:00

Marco Alessandrini cura questo volumetto della serie iquadernidiviadelvento dedicato al grande artista francese Georges Braque. I frammenti sono tratti da conversazioni con artisti, critici d’arte e scrittori del suo tempo, oltre a qualche estratto da vari libri. Quel che ne emerge è una visione molto profonda, un pensiero quasi zen, che vede ogni cosa collegata, ogni singolo elemento far parte di una sorta di grande organismo. Le cose materiali agli occhi del grande pittore si smaterializzano per soggiacere all’idea che si ha di esse, sono pronte ad una sorta di transustanziazione funzionale alle modifiche dell’ambiente circostante. Quando uno spettatore guarda una cosa, la fa sua; aggiunge a essa i suoi desideri, i suoi bisogni, rendendola qualcosa di totalmente diverso. Visione, questa di Braque, che per forza di cose abbraccia e comprende in modo totale la pittura, la sua pittura nella quale il concreto si trasfigura in ideale, il pittore mette su tela l’immagine che ha dell’oggetto visto.

Dipingere è innanzitutto un percorso mentale, il quadro si forma nella mente del pittore, in una forma che egli ancora non conosce, poi rendendo le immagini sulla tela si materializza qualcosa che potrebbe essere quanto visto ed immaginato, ma è in realtà una cosa nuova. Il dipinto si materializza nel contatto con la natura. Dipingere è meditazione. E’ contemplazione, perché il dipinto viene creato nella testa. Bisogna rigurgitarlo. Bisogna ridarlo. Il dipinto è una restituzione. E ancora Tutto si basa sulla relazione. La relazione tra uomo e donna genera un figlio. Lo stesso accade tra l’artista e il tema, che insieme generano un dipinto. Ma nessuno guarda l’artista o il tema: sono irrilevanti. Ciò che conta è il dipinto che risulta dalla loro relazione. Il dipinto quindi come creatura indipendente dal pittore, somma dei desideri e della volontà di chi crea, di chi osserva, ma anche una certa indipendenza di quanto creato …utilizzando un bianco, applicato sulla tela, ho dato forma a un tovagliolo. Ma di sicuro la figura bianca è qualcosa che ho concepito prima di sapere che cosa avrebbe preso forma. Ciò significa che una determinata trasformazione ha avuto luogo… In un dipinto ciò che conta è l’inatteso. Nel volumetto non mancano i commenti di Braque riguardo i suoi contemporanei pittori e correnti, fino al rapporto fra cubismo, impressionismo e fauve, o semplici consigli per i giovani pittori, ma tutti comunque sempre permeati da una sorta di ascetismo di chi dice Io non credo in nulla. Non credo in questo, né in quest’altro. Non credo nelle cose: credo soltanto nel loro rapporto, nelle loro circostanze. Il quadro che ne emerge è quello di un uomo in assoluta armonia, quasi simbiotica con la natura, giunge ad esserne immerso per poterla assimilare dentro di sé e renderla attraverso i colori in forme nuove ed inattese. Tema principe per Braque furono gli uccelli: Gli uccelli sono la sintesi di tutta la mia arte – sono più che pittura.

La lettura è assai affascinante, un percorso di meditazione molto profondo e senza tempo né luogo, alcune riflessioni riguardano la pittura ma potrebbero essere applicate in ogni campo dell’esistenza; il volume si chiude con una sorta di massima o di punto finale sul percorso di artista: Se si tenta di definire una cosa, questa è sostituita dall’idea che si ha di essa, e che in genere è falsa. Nella mia arte ho detto ciò che avevo da dire.

 

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