Partiamo dall'inizio:
quando il verbo conobbe la tua bocca
si fece carne viva,
non prima, nelle inerzie andate in fumo
per assenza di coscienza.
Non nella mente collettiva
di un Dio ancora uomo.
Per te, perché io non sono stato mai abbastanza,
per te il frutto è caduto dall'albero.
Proibito chiedere aiuto, catturare il cielo in una stanza.
Il mio regno è già finito.
Piange miseria l'inconscio ancora vivo.
Eppure condivide la ragione con il tuo lato migliore.
E il tuo lato migliore è un dolce perdere i sensi.
Allora a che serve essere presenti a se stessi
se l'unico sguardo che vorresti si posasse su di te
è rivolto altrove? Non è questione di domandarsene il perché.
Le risposte taciute fanno esperienza dell'amore
in silenzi sconosciuti e poi
altrove è un bel posto per tenere gli occhi chiusi
se non ci sono pericoli vicini e vicino scorre un fiume.
Vedere quello che non c'è, l'intuito che può confondere.
Io sono qui, si ma dove?
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