Pubblicato il 02/01/2024 10:58:31
Ci sono momenti in cui mi sembra di rivivere una commedia già vista troppe volte.
Troppe comparse, troppe scene, e mi ritrovo a digerire ogni volta l’uragano di rivolte lasciate da chi entra e poi va via, come se il cuore fosse un tappeto su cui camminare con stivali senza rispetto, come se fossimo case senza focolare...
E mi ritrovo a pensarti, nell’attimo in cui si ferma una lacrima sulla mia voce...
Quante parole sono state dette, e cercate, come una coperta dentro il quale stringerci...
Resti un ricordo di sere davanti ad un camino oramai spento dall’indifferenza. Un ’immagine che mi affanno nel mettere a fuoco, il canto di un pettirosso che annuncia la voce dell’inverno... ed anche la pioggia, incredula, cade al suolo senza sapere cosa dire...
E di questi giorni ancora da scucire, come un vestito ormai logorato dall’indifferenza, resti un muto parlare, quel tacere che tutto ha spento, resti un lettera d’addio abbandonata sopra una panchina dismessa... all’ombra di alberi immersi un una muta preghiera...
Ed io... con i passi di un bambino a cui l’amichetto ha dato buca, torno a casa, con i sassi presi a calci, il sorriso spento... e l’inverno nelle mani...
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