Estraneo è il tuo sguardo di vetro,
nella vetrina della breccia di rancore,
che ramifica frustate di silenzi
sulla mia schiena, tremula al dolore.
Passi stanchi rincorrono memorie,
frantumate sul suolo di verità svelate,
tra figlie di lacrime, assetate di luce.
Dov’è il tuo sguardo d’amore per me,
che, travolgente, mi rapiva in estasi?
Estraneo, il tuo viso
ora mi sommerge,
senza respiro mansueto che scaldi
l’anima e il cuore, senza primavera.
Dondola la sedia vuota, senza calore,
nella tua ombra, che aleggia nel buio,
l’attesa senza fiato, che pronunci
la fine della dolce brezza d’alba,
dove ogni istante era eterno paradiso,
scalzo e fiero, nell’amore che cingeva.
Laura Lapietra ©
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