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Antico Egitto - Come e quando nacque la Scrittura

Argomento: Cultura

di Maria Pace
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Pubblicato il 06/06/2013 06:34:14

Introduzione

                                     

INTRODUZIONE

La tradizione antica ne attribuisce l’invenzione a Thot, Dio della Scienza, che si sarebbe servito di “segni” per comunicare agli uomini, attraverso i suoi sacerdoti, le idee di cui era depositario, La scrittura, sappiamo, è il veicolo trainante di idee. I popoli hanno cominciato a scrivere mediante disegni che miravano ad esprimere i pensieri e molti di essi non hanno superato tale stadio, ma gli egizi vi si staccarono presto. I loro “segni”, già nel terzo millennio a.C., 

Come, quando e dove è nata la Scrittura

 
 

 

Dopo la gestualità, il segno stato il sistema di comunicazione più importane per esprimersi e farsi intendere. Linguaggio e Scrittura!

La Scrittura, però, non è nata in Egitto, come spesso si pensa. La parola geroglifico non è neppure egizia.

Gero   - Glifico    = sacro – segno : in italiano

hieros – gliphein   =                       : in greco

neter  - medu        =                      : in egizio

I primi segni della Scrittura erano ideografici: esprimevano, cioè, un’idea, un concetto, un pensiero. Comparvero per primi in Mesopotamia e precisamente ad Uruk, città sumerica.
Immagini (non semplicemente segni) che volevano esprimere qualcosa o, più precisamente, propiziarsi atti ed eventi sono comparsi già 15.000 anni a.C.

La Scrittura, invece, compare e muove i primi intorno solo al 3000 a.C. in Mesopotamia e successivamente in Egitto, caratterizzandosi come una serie di disegni che riproducono oggetti. Quegli stessi disegni, successivamente, prenderanno una forma che indicherà dei concetti o delle idee: prima oggetti, poi concetti o, addirittura, oggetti e concetti insieme. Tali concetti, però, sono migliaia, perciò la Scrittura è qualcosa di molto complicato e laborioso. Solo più tardi si passerà a disegni che indicheranno suoni (disegni fonetici), i quali verranno, in seguito, sintetizzati in sillabe.

Facciamo un esempio:
il disegno di un volto rappresenta il volto stesso e si pronuncia her tale segno è: monosillabico - ideografico - fonetico

Indica il suono della “r”.

Accostato con le vocali, che ancora non ci sono, darà luogo a varie interpretazioni e problemi. Esempio:

-Her  vuol dire viso

-hor  vuol dire tenda, ma anche recinto

-hir  vuol dire sopra, ma anche occhio

 

Si dovrà arrivare al 1000 a.C. ed aspettare i Fenici per restringere prima le sillabe ad una ventina di segni  e formare cioè, le consonanti ed poi aggiungervi le vocali

In Egitto, però, le figure accostate alle sillabe continueranno a costituire a lungo un rebus, poiché la Scrittura egizia continuerà ad essere formata da:

- segni ideografici - segni fonetici - segni alfabetici

 

La confusione è creata dal fatto che spesso lo stesso suono ha significato e segno diverso: Esempio: con la pronuncia KA  si indicava:

- toro (con figura di toro)

- spirito (con figura di due braccia alzate)

 

o anche: pronunciando RA si indicava:            

-  sole  (con la figura del sole)            

-  bocca (con la figura di una bocca aperta)

La Scrittura egizia si può così sintetizzare:

- Ideografica

- Geroglifica: - Ieratica               

                     - Demotica

- Copta

e si può così dividere:

- Fonogrammi : segni fonetici (suoni)               

                         segni sillabici

- Alfabeto        : solo consonanti

                                 

 

COME SI LEGGONO I GEROGLIFICI

- Scrittura sacra: da destra verso sinistra

- Altri tipi di scrittura: da destra a sinistra                           

                                  da sinistra a destra                           

                                  dall’alto in basso

 

- I determinativi: sono figure che servono a rafforzare il significato della frase e si trovano all’inizio o alla fine di essa.

Esempio: la figura di un coccodrillo indica aggressività la figura di un uomo, una donna o di un fanciullo indica che quella frase si riferisce ad un uomo, una donna o un fanciullo…

 

Posizione del corpo nella Scrittura

- Corpo seduto: indica semplicemente la persona  (uomo, donna, fanciullo…)

- corpo seduto con carico: significa lavorare

- corpo seduto con sedia: indica nobiltà-dignità - corpo in piedi col braccio alzato: significa chiamare.

- corpo in piedi con entrambe le braccia alzate: significa pregare

- corpo in piedi con bastone: indica uomo oppure  azione violenta

- corpo in piedi appoggiato a bastone: indica la  vecchiaia

- corpo capovolto: indica peccatore o cattiveria

- corpo con mani legate dietro la schiena: indica un nemico

 

Posizione delle Mani nella Scrittura

- mani unite e tese: indica negazione

- mani alzate e unite: indica energia

- mani a semicerchio: amicizia

- mani a pugno teso: generosità            

-  ecc…

 

Posizione delle Gambe nella Scrittura

- gamba ben diritta: indica la gamba stessa

- due gambe in movimento: indicano l’azione del camminare

- gamba piegata: significa avere fretta.

- gamba che regge un vaso da cui cade acqua: indica l’atto della purificazione

- ecc..

 

 

                                      

I SUPPORTI DELLA SCRITTURA

 

I supporti principali della Scrittura furono due: la pietra e il papiro.

- La pietra: era abbondante lungo tutto il Nilo. Già ai tempi di Zoser troviamo inscrizioni sulla parete di una cappella: si tratta di figure e geroglifici colorati ed in bassorilievo, che la luce doveva far risaltare.

- Il Papiro: i più antichi sono stati rinvenuti   a Gebelein. (di questa pianta si rimanda ad un approfondimento)

 

Altri materiali, utilizzati soprattutto a scuola:                       

                                         legno laccato                 

                                         ostraka      

                                         calcare

materiali pregiati nell’uso rituale, ecc..                 

                                         cuoio                                                                 

                                          Legno: piuttosto raro, a causa  della sua                                              scarsità 

                                          Lino:     come quello rinvenuto  a Gebelein e risalente a

                                           circa 9000 anni fa

Intorno al 2000 a.C. comparvero i primi sarcofagi i quali recavano scritte e figure all’interno ed all’esterno. Nota: benché fossero trascritti e copiati da Testi dei Papiri, presero il nome di “Testi dei Sarcofagi”

Seguirono i “Libri dei Morti” in papiro Di solito le iscrizioni erano limitate; abbondavano, invece, le pitture della Dea del Cielo o dell’Aldilà. Vi sono, sempre al Museo egizio di Torino, due esemplari completamente coperti di iscrizioni.

I Documenti di Scrittura

LA STELE
                                           

E’ uno dei documenti scritti più diffusi dell’Antico Egitto. Monumento di pietra di modeste dimensioni, su di essa si condensa la decorazione delle pareti di un’intera cappella. Proprio per questa caratteristica è largamente diffusa, a partire dall’Antico Regno.

Le Stele dapprima hanno forma rettangolare, ma a partire dalla XII Dinastia sono arrotondate; al di sotto, lo spazio si divide in riquadri o registri, dove si alternano scene di offerte, raffigurazioni dei defunti, preghiere agli Dei. (Osiride, Anubi ed Horo, in particolare)

Oltre ad essere monumento di famiglia nelle cappelle, la Stele potevano essere anche: - Stele Religiose: poste in luoghi sacri come Santuari e Templi; la decorazione presenta persone nell’atto di preghiera o offerta e Riporta Inni Sacri, come quelle poste nel Piramidion (cuspide di piramide), che sormontava le cappelle del Nuovo Regno. - Stele Regali: contenenti documenti vari legati al Faraone ed alla sua funzione. - Tavole d’offerta: riportanti anche sui lati, iscrizioni riguardanti offerte. - Stele Magiche: appartenenti soprattutto al primo millennio a.C. e costituenti, praticamente, degli amuleti. Vi è raffigurato il defunto che reca in mano una stele. La figura dominante è quella di Horo-Bambino, posto su un coccodrillo e con in mano serpenti e scorpioni. Simboleggia le proprietà terapeutiche del Dio e tutt’intorno vi sono fittissime iscrizioni e formule. Stele Commemorative: riportanti eventi importanti come imprese, battaglie,ecc.. Famose, tra le altre, sono quella  di Thutmosis III, che celebra la vittoria della battaglia di Kerkemish e di Kamose che celebra la cacciata degli Iksos dall’Egitto. - Stele di confine: celebre è quella del faraone Akhenaton per stabilire i confini della città di Aketaton.

Le più numerose, però, sono quelle funerarie. Appartengono ad epoche diverse e sono dissimili fra loro sia per forma che per contenuto e fanno la loro comparsa già con la I° Dinastia.

                                               

Stele dell’Antico Regno

E’ una edicola ricavata nella parete occidentale della cappella, dove si svolgono i riti celebrativi per il defunto, che è quasi sempre un nobile o dignitario di corte. E’ chiamata convenzionalmente “Falsa Porta” per la sua struttura a forma di porta, con architrave, stipiti, ecc. E’ un monoblocco di grande dimensione, quadrangolare, ma più spesso rettangolare ed è monocromatico e completamente rivestito di figure ed incisioni distribuite sui registri. Nella parte superiore è raffigurato il defunto davanti alla mensa e sull’architrave sono riportati il nome ed i titoli del defunto; lungo gli stipiti compaiono le figure dipinte o incise dei membri della famiglia e dei servitori, nell’atto di porgere offerte. Lo scopo è quello di assicurare la sopravvivenza al defunto attraverso un cerimoniale magico-rituale e per questo è necessario pronunciare il nome del defunto e recitare la “formula dell’offerta”. (vedi post: “La complessa religiosità degli Antichi Egizi”)

                                           

Stele del Medio Regno

Nel Medio Regno la stele funeraria conosce una profonda evoluzione, anche se lo scopo resta sempre lo stesso. Le stele hanno dimensioni minori rispetto a quelle dell’Antico Regno. Anche la forma muta: sono arcuate, a simboleggiare il firmamento e la via solare che il defunto deve percorrere. Sono policromatiche e i colori sono assai vivaci, che siano dipinte oppure a rilievo. I registri sono due o anche più e mostrano varie scene: - la figura del defunto, che può essere da solo oppure con altre figure minori. - scena con la “formula dell’offerta” - scena di preghiera, esortazione o autoglorificazione. Come la stele di Meru, risalente alla XI Dinastia. Di grande importanza poiché riporta la data: 46° anno di regno del faraone Metuhotep II. Meru è il Tesoriere del Faraone e i colori predominanti della stele sono: - il rosso (per la pelle degli uomini) - il giallo (per la pelle delle donne) - - il verde (per i vegetali) - - bianco (per gli abiti di lino) Altro esempio eccellente è quello della Stele di Abkau, della XII Dinastia. Nel registro superiore c’è una lunga iscrizione   in cui egli dice di aver raggiunto Abidos,     “scala del Dio Augusto). Poiché questa “scala”, nominata in più stele, corrisponde alla cintura muraria del Tempio di Osiride ad Abidos, forse la stele proviene proprio da lì. Ne registro inferiore è riportata la scena del defunto assieme alla moglie, Mentutepank, (in atteggiamento affettuoso) davanti alla mensa. Compare anche la figura della figlia Neferut, seduta ai suoi piedi, che si appoggia con gesto affettuoso alle sue gambe. Sotto, infine, c’è il suo “diletto amico” Ib, il quale, in veste di chery-webb, sacerdote-lettore, dedica le offerte.

nota: il verde dei geroglifici non è originale: di solito si usava l’azzurro, che era il colore del cielo di Horo. Altra nota: si tratta di persone di ceto meno elevato di quelle dell’Antico Regno e questo significa che c’è una più larga coscienza e consapevolezza di sé, nel popolo, soprattutto se di ceto medio. Nell’Antico Regno erano principi e dignitari, qui ci sono anche architetti, tesorieri e “nobildonne”, come si è definita una donna nel registro della sua stele.

                                   

La stele nel Nuovo Regno

Sono le più interessanti e numerose e si assomigliano tutte: arcuate e coloratissime. Hanno dimensioni ridotte, ma sono molto decorate; in legno dorato, recano iscrizioni votive, propiziatorie e di ringraziamento. I registri sono diversi e presentano: - il defunto - Divinità varie (soprattutto Osiride, Anubi, Horo) - Testo scritto: con preghiere, ma anche scene del rito della pesatura del cuore o del viaggio del defunto nell’Aldilà.

La principale caratteristica di queste stele sta nel fatto che il defunto non si limita a menzionare i propri titoli (come in epoca Antico Regno), ma vi aggiunge le qualità morali; a questi elementi etici, inoltre, se ne aggiungono altri di carattere religioso: gli Dei, che non compaiono nell’Antico Regno, qui, invece, sono menzionati ed invocati o, addirittura, pronti a ricevere ed accogliere il defunto. Come nella stele di Nanai, che rende omaggio ad Osiride ed Anubi. Oppure quella di Kamose, Scriba reale dal 5° al 38° anno di regno del faraone Ramesse II.

Nota: le stele degli operai di Dei-el-Medina, infine, sono tipiche e particolari poiché riportano preghiere rivolte a Meertseger, Dea-Serpente, Protettrice della necropoli; molte di queste stele erano sparse nei luoghi frequentati da serpenti.

                                              

Le stele in Eta’ Tarda

Sono presenti un po’ tutti gli stili; ricompaiono perfino le False-porte. Policrome e molto arcuate, nei registri si scrive un po’ di tutto: dal viaggio del defunto attraverso la DUAT, l’Aldilà egizio, alle scene di adorazioni agli Dei; dalle iscrizioni riguardanti la vita del defunto a  quelle riguardante la storia degli Dei. Al Museo egizio di Torino vi è una serie numerosa di queste stele, con le seguenti caratteristiche: - l’Arco, sotto cui il Sole in forma di Disco Solare occupa la parte più significativa della stele - scene varie, raffiguranti il viaggio della Barca Solare, del Tribunale di Osiride, adorazione agli Dei, ecc.. - iscrizioni varie, come quelle che seguono: “… chiunque agisca contro questa stele sarà giudicato da Dio, Signore del Cielo” oppure: “… io sono stato molto amato dagli uomini…”

Una nota tutta particolare, naturalmente, merita la Stele di Rosetta, la quale ha permesso la decifrazione della scrittura egizia, di cui si rimanda la lettura all’articolo in questione.

 


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