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Summum ius, summa iniuria

Argomento: Educazione

di Lorenzo Roberto Quaglia
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Pubblicato il 30/06/2013 09:37:02

La recente sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che, ancorché decisamente divisa al suo interno, con 5 voti a favore e 4 contrari, ha legittimato i matrimoni tra persone dello stesso sesso, sembra ormai far vacillare la diga dei divieti di queste unioni nel c.d. mondo civilizzato, o primo mondo, o mondo industrializzato, mondo occidentale (chiamatelo con la categoria sociologica che preferite).

Il pronunciamento vale chiaramente all’interno degli Stati Uniti, ma il peso psicologico che gli States possono vantare anche nel settore dei “diritti civili” rispetto al resto del mondo di cui sopra, è tantissimo. Quindi c’è da aspettarsi che questa sarà una sentenza che farà “scuola”.

Personalmente spero di no, ma credo che ormai la direzione dell’ ”Intelligencija” internazionale spinga per far approvare da tutti gli Stati i matrimoni omosessuali, ritenendo questo fatto una vittoria dell’uguaglianza finalmente raggiunta tra le persone, indipendentemente dal sesso di quelle persone.

Purtroppo per l’ “Intelligencija” internazionale, il vero problema, per loro, sta proprio qui. Le persone non sono uguali, sono maschio o femmina, uomini e donne. E sono diverse tra di loro. Tanto è vero che le donne, per fare un esempio, partoriscono e generano un figlio, gli uomini no. E generare un figlio non è equiparabile ad un diritto, ma è un dato di fatto. Gli uomini non hanno un diritto in meno rispetto alle donne, perché non possono generare figli, semplicemente la loro natura li ha fatti così!

Sembra banale quello che ho appena scritto, ma evidentemente ci sono delle persone, poche numericamente a dir la verità, ma influenti intellettualmente e politicamente, che la pensano diversamente. Mi spiace per loro, ma la realtà è, e sarà sempre, quella che ho descritto.

Anche il matrimonio, così come sembra essere inteso da costoro, non è un diritto, ma una, chiamiamola istituzione umana, consuetudine umana che in tutti i popoli, in tutti i tempi, vede l’unione stabile di un uomo e di una donna per formare una famiglia e generare una discendenza. Anche gli animali fanno così, certamente le loro unioni sono diverse da quelle degli uomini, ma di fatto un maschio di leone e una leonessa si accoppiano e per un certo tempo stanno insieme per allevare dei cuccioli di leone.

E, badate bene, fino a qui la religione non c’entra nulla. Il matrimonio esisteva anche ai tempi dei greci e dei romani. Anche allora esistevano unioni tra persone dello stesso sesso, ma nessuno si sognava di paragonare queste unioni ai matrimoni. Con ciò non significa che le singole persone, anche quelle che formano una coppia omosessuale, non abbiano i medesimi diritti e doveri. Non si sta mettendo in discussione questo. Semplicemente un’ unione matrimoniale prevede la presenza di un uomo e di una donna che formano una coppia aperta a generare una prole.

Se il vero problema, il nocciolo della questione, è invece quello di garantire alcuni diritti “privati” alle persone che formano una coppia omosessuale, per esempio il diritto di successione, il diritto al subentro nei contratti di affitto, il diritto alla reversibilità della pensione o altri diritti simili, basta affrontare questo tipo di problematiche nell’ambito di una riforma del diritto privato. Personalmente non mi permetto di esprimere nessun giudizio morale sulle persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme, da coppia, e sono anche d’accordo sul tutelare i diritti sopra citati. Basterebbe istituire un registro civile di queste unioni a cui poi si possono riconoscere i medesimi diritti privati intercorrenti tra coppie sposate etero sessuali, ma senza definire queste unioni con il termine “matrimoni” e senza fornire il diritto di adottare e crescere figli. Su questo punto non ci sono dubbi, tanto è vero, lo ripeto, che è la natura stessa umana che è fatta maschio e femmina e la diversità, se esiste, esiste per un motivo, altrimenti non esisterebbe!

A dir la verità, a pensarci bene, fa riflettere il fatto che nel 2013 l’umanità stia argomentando su tematiche come questa. Dopo millenni di sviluppo del pensiero filosofico, dopo l’avvento sulla scena mondiale di tre religioni monoteiste e dopo l’incredibile progresso tecnologico compiuto dall’essere umano, questo stesso uomo dimostra di essere rimasto così piccolo, così cucciolo, così lontano ancora dalla comprensione della sua stessa natura umana. Sembra impossibile, ma la realtà come sempre ci sorprende.

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