Pubblicato il 04/06/2011 09:48:52
Una manciata di ciliegie il gusto aspro della nostalgia dei nostri anni insieme storni di passo inesorabilmente volati via.
La diaspora dei cuori nella burrasca l’amaro retrogusto della marasca in questo dedalo di malinconia senza fine nella sinfonia struggente di solitudine.
Ricordi?
Le tue grandi mani gentili da pianista a coglier per la sua bimba gli scarlatti frutti, le corse fanciullesche negli antichi cortili, il futuro dai nebulosi flutti, le tue braccia amorevoli a farmi da caldo manto da sicuro rifugio nel gelido crepuscolo ametista.
Rammento la dolcezza del tuo sorriso, la profonda nenie delle tue parole nelle notti d’inverno che in quiete di sonno sereno annebbiavano la fanciullesca vista il magico vento delle tue favole.
Una sguardo tuo E il fiordaliso della felicità Illuminava la mia tenebra di triste quotidiana realtà.
L’antico giardino Rinverdito nel giugno La vita che nella dolcezza della tue mani era carezza Di Speranza Non fendente di desolata assenza.
Fremeva nel vento il bel giardino, un padre e la sua bimba mano nella mano nel dolce canto del mattino.
Oggi, libero ed evanescente passeggi solo per i ridenti, assolati poggi.
Oltre l’antico muro del Camposanto occhieggiano scarlatte le ciliegie dalle fitte fronde, ed il cuore commosso s’abbandona alla deriva d’emozioni profonde, nel radioso incanto del Ricordo indugia.
Con mani tremanti raccolgo i frutti color rubino e nel fremito della nostalgia mi pare d’averti vicino. Assaggio gli intensi frutti ed il cuore mio annega nella rimembranza dagli impetuosi flutti dell’inesorabile nostra distanza.
Non più dolci, ma infinitamente amari nel segno indelebile della tua assenza il gusto d’assenzio del rimpianto.
Dove brillerà la luce d’autunno dei tuoi occhi infinitamente cari?
Il profumo nostalgico degli anni perduti mi inebria le nari.
Il frutto del mio rimpianto le ciliegie rosso rubino mi sussurrano di te nel pianto melanconico di rugiada d’ogni mio estivo mattino.
Fra lacrime celate le ciliegie cadono con dolce tonfo, nella fola di zefiro ancora la dolce carezza della tua mano bussa struggente la Memoria al cuore
eco d’un amore lontano ed immortale effonde il sinfonico trionfo.
A Te, mio carissimo Papà.
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