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Rafael Américo Henríquez

Argomento: Poesia

di Manuel Paolino
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Pubblicato il 13/02/2017 14:19:23

Rafael Américo Henríquez nacque il 30 settembre 1899 a Santo Domingo. Figlio del poeta romantico Enrique Henríquez Alfau e Lea de Castro, completò i suoi studi negli Stati Uniti. Al ritorno nel paese natale la sua casa diventò ben presto un punto di riunione dei più rilevanti intellettuali dominicani di quel periodo, e venne battezzata La cueva. Inizialmente affiliato al postumismo, in seguito si incorporò al movimento della poesia sorprendida, gruppo con cui collaborò per molti anni, diventando uno dei direttori della rivista. Il suo stile, fortemente sensoriale e immaginativo, fu influenzato, tra gli altri, da Federico Garcia Lorca. Compose anche varie prose poetiche, tra le quali la più importante, Rosa de Tierra. Morì l’11 gennaio del 1968 a Santo Domingo.  

 

“Non conosco in tutta la poesia dominicana un poeta come questo capace di disprezzare l’uso dell’idea, fino al punto di convertire i suoi componimenti in pure astrazioni. In esse il contenuto è la parola; e la parola non è tale, ma il riflesso della parola, riflesso del riflesso della parola...” (Manuel Rueda, dall’introduzione di Briznas de cobre, 1977)

 

PAZ

 

Ademanes de barro de manos sembradoras

han tomado la tarde. Jícaras amarillas

la gozan prisioneras, la muestran triunfadoras,

que tales son bandadas sonoras de semillas.

Oro móvil, espigas, color y campanadas

son presencias de luz, pájaros forasteros

en esferas de sol, en lumbres alcanzadas

por el propio rebrillo. Irrumpen los primeros

heraldos de la paz. Ya no siembra la moza

mil diamantes azules llovidos de la frente

cándida, nazarena; en rojez alboroza

un naranjo dormido. Y rezuma la gente

y mecen los frutales arpegios de laguna,

reflejos de senderos. .. ¡Despereza la luna!

 

PACE

 

Gesti fangosi di mani seminatrici

si sono presi il meriggio. Ciotole gialle

godono prigioniere; le mostrano trionfatrici,

stormi sonori di semi.

Oro mobile, spighe, colore e rintocchi di campane

sono presenze di luce, uccelli forestieri

in sfere di sole, in fuochi raggiunti,

dal proprio brillio. Irrompono i primi

araldi della pace. Non semina più la fanciulla

mille diamanti azzurri piovuti dalla fronte

candida, nazarena; esulta nel rossore

un arancio addormentato. E trasuda la gente

e ondeggiano i frutteti, arpeggi di laguna,

riflessi di sentieri. .. Si stiracchia la luna!

 

 

PAISAJE REFLEJADO

 

Sombras de pájaros inútilmente

el aire quiebran, a la luz embisten,

pues los árboles y la paz resisten,

y en cárcel fía la voz de la fuente.

Gajos de bronces van a la corriente,

de frutas la ponen, de sol la visten,

y frutas y sol si corren existen

y sangran colores y crían serpiente.

Redondez de miel de quedar gozosa,

suaviza la luz en luz reflejada

y por gracia tal de sí desnudada.

Y de nubes ebrios Dios y la moza

mezclan sus rosas con rosas de viento

y mudan la sed en florecimiento.

 

PAESAGGIO RIFLESSO

 

Ombre d’uccelli inutilmente

fendono l’aria, assalgono la luce,

gli alberi e la pace resistono,

e dalla carcere ressicura la voce della fonte.

Spicchi di bronzo vanno alla corrente,

la decorano di frutti, la vestono di sole,

e frutta e sole correndo appaiono

e sanguinano colori e generano serpenti.

Gioiose rotondità di miele,

la luce soavizza nella luce riflessa

e per grazia infine nuda.

E ebrio di nuvole Dio e la fanciulla

mescolano le sue rose con rose di vento

e mutano la sete in fioritura.

 

 

BROMA DE DOMINGO

 

Domingo con sol.

Palomas. Caracol.

Corros. Campanadas.

Mozas lugareñas

desatan bandadas

de risas risueñas.

Aquellas de verde,

invierten molinos!

¡Barajan caminos!

Verán que ya pierde

el rumbo la luna!

Mirando la torre

aguardan fortuna

los pechos de miel.

El viento no corre!

Pedradas las horas!

Pedradas de hiel!

– ¿Qué tanto demoras?

¡Luna demorada!

– Si tarda la luna

no llega la cuna

a moza casada.

 

LO SCHERZO DELLA DOMENICA

 

Domenica con sole.

Colombe. Lumaca.

Cori. Campane.

Fanciulle del luogo

sciolgono stormi

di risate allegre.

Quelle di verde,

investono i mulini!

Scompigliano le vie!

Vedono la luna

perdere la meta!

Guardando la torre

aspettano fortuna

i petti di miele.

Il vento non soffia!

Colpite le ore!

Pietrate di ghiaccio!

– Perchè ritardi tanto?

Luna ritardataria!

– Se ritarda la luna

non arriva la culla

alla fanciulla sposata.

 

 

 


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