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Ken Follett Kingsbridge Trilogy

Argomento: Libri

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 26/08/2021 04:57:29

Ken Follett Kingsbridge Trilogy
"I pilastri della terra" - "Mondo senza fine" - "La colonna di fuoco"

Ken Follett non ha certo bisogno di presentazioni, il suo libro "I pilastri della terra" (2007) e i successivi "Mondo senza fine" (2007) e "La colonna di fuoco" (2017) seguiti dal prequel "Fu sera e fu mattina" (2020) prepotentemente presenti sugli scaffali delle librerie, devono certamente qualcosa alla straordinaria versione cinematografica di Ridley Scott presentata in esclusiva per Sky Cinema (2010) nella trasposizione televisiva lunga 8 ore e costata 40 milioni di dollari per il solo primo dei titoli. Uno dei romanzi/saga più letti nel mondo (14 milioni di copie vendute), ambientata nell'Inghilterra del XII secolo, attorno alla costruzione di una maestosa cattedrale a Kingsbridge, progetto che scatena una feroce guerra di potere, perché. come ha spiegato lo stesso Follett "per ciascun personaggio è il simbolo di una diversa aspirazione".
Ciò, non tanto per rinverdire un successo letterario strepitoso, quanto per ripercorrere lo "straordinario" contenuto medievalista dei romanzi quanto per segnalare la necessità di tornare a una maggiore cura dell'io narrante a vantaggio di un colloquio con ciò che la scrittura ha di più intimo e sensibile. In cui lo "straordinario" è soprattutto inteso come "memoria storica", "immaginazione visiva", di quel "rincanto" che in sociologia ha significato di recupero della fase storica in cui viviamo, troppo spesso dismesso o assente dal linguaggio e dalla scrittura odierna. Non di meno come reazione all'instabilità del mondo contemporaneo che, almeno per noi lettori, serve ad addolcire gli effetti alienanti delle odierne megalopoli, nonché prodotti dagli odierni media e dalla massificazione tecnologica.

Come per l’appunto scrive M. Longo promovendo una riflessione che dai classici (Durkheim, Weber, Simmel) attraversa tutta la ricerca sociologica del Novecento (Parsons, Horkheimer, Adorno) fino a promuovere nel dibattito attuale l'ipotesi che, "mentre la prima modernità ha prodotto un'immagine disincantata del mondo (Weber), in quella contemporanea si manifestano "rincanti" che rendono più tollerabile per il singolo la crisi delle certezze e l'instabilità dei punti di riferimento".

La scrittura e la lettura dei tre romanzi di genere "medievale" concepiti da Follett nel loro insieme, affrontano qui tematiche a tutto tondo, quali le guerre, le passioni, le speranze degli uomini nell'Inghilterra del XII secolo, intorno alla costruzione di un’imponente cattedrale che, come "un sogno di pietra che si staglia contro il cielo", si traducono in monumento letterario che va oltre il contesto narrativo per restituire alla memoria ciò che è stato. Qualcosa che verosimilmente l'autore ricrea exnovo, rileggendo e reinterpretando la storia in chiave fantasy, come archeologia futura, in quanto repertorio d’immagini già immaginate, che va a sostituire l'immaginario con l'immaginazione, in un registro creativo, personale, realisticamente immaginato.
Si è qui coinvolti nell'enfasi di un insieme romanzato rivolto appunto al recupero della memoria, lì dove la memoria è meno prevedibile e meno motivata dall'esigenza razionale, rispetto all'intelligenza e all'azione. Così come la memoria – scrive Asor Rosa: “...è, oltre che inesplicabile, anche inesauribile, possiede la conoscenza del passato, ma ha anche memoria di sé: persone, oggetti, cose di cui ognuno fa esperienza. (...) Se i tempi della vita sono: presente, passato e futuro, quello della memoria, è invece la simultaneità, che coincide con l'identità. Il nostro "non tempo", va arricchendosi sempre di nuovi particolari in cui immaginazione e realtà si mescolano, e attraverso le quali l'uomo non fa che costruire, decostruire e ricostruire se stesso".

Quale mescolanza d’immaginario e realtà, la memoria storica va comunque tutelata, sia che miri a ottenere risultati oggettivi contrastanti, sia che ponga obiettivi determinati come appunto accade in questa trilogia. A incominciare dal primo tomo “I Pilastri della Terra”, in cui l’autore ci restituisce la storia rivisitata e filtrata dalla memoria che si fa racconto, dispiegandosi liberamente senza frapposizione di ostacoli. Infatti, la memoria storica, reale o verosimilmente ricreata, ha molti rimandi oggettivi quanto letterari, come ad esempio ci permette di ricordare una straordinaria Mostra sul duomo di Modena vista nel lontano luglio '84 (a cura di Claudio Franzoni), intitolata "Quando le cattedrali erano bianche", dall’omonimo libro di Le Corbousier del 1937, in cui il grande architetto affermava: "Nel corso degli anni, mi sono sentito diventare sempre più un uomo di dovunque".
Superfluo aggiungere che lo sguardo del celebrato architetto, il cui testo consacrava il lirismo logico del suo essere creativo, non era rivolto solo al mondo dell'architettura, anche se esso, costituiva per lui una pietra di paragone, un messaggio sociale, una profezia capace d'interpretare le speranze di rinnovamento di un'intera civiltà, per la frequente contrapposizione storica tra il vecchio e il nuovo continente. Tutto ciò è quanto mai attuale se applicato al tempo in cui l'Europa tutta riorganizzava le arti e i mestieri dietro l’azione imperativa di una tecnica di costruzione completamente innovativa, e gli uomini erano piuttosto artisti che non semplici plasmatori di materia.

Materia che riempie le pagine dell'altro tomo "Mondo senza fine" e il successivo …. di cui già il cinema si è appropriato, con buon auspicio per l'autore. Che è poi quanto ricorre in tutti i romanzi di Follett, dal medioevo fino a ieri, cioè fino a quando la costruzione dell'uomo (e della società) sembra essersi fermata, prima di ritrovarsi all'interno di una rievocazione storica in chiave mystery, ricca e attenta, incentrata sulla mistica sospensione dell'amore, quasi da sfiorare l'inverosimile per la ricercatezza degli orpelli e l'ordine estetico.
In questo, i sequel cinematografici, sono un po' carichi e fin troppo "limpidi" nel volerlo dimostrare ma, comunque, artisticamente validi. Pur se, diversamente, va detto, nei suoi romanzi la “saga d'amore” assume una dimensione epica che va dall'Inghilterra medioevale, nel tempo della costruzione di una cattedrale gotica, per giungere, con la stessa infallibile suspense che caratterizza tutti i suoi thriller, è da ricercare nella la sua folle corsa contro il tempo.

È in questa dinamica della corsa dietro la fugacità del tempo che si registra quel "mi sono sentito diventare sempre più un uomo di dovunque" detto da Le Corbousier in cui, anche noi, di fronte alla costruzione, (impossibile), della grandiosa cattedrale (della vita), finiamo per ritrovarci davanti a quel re-incanto che è la costruzione stessa dell'uomo, nel ripetersi di quel primitivo prodigio originario ricevuto nel momento della creazione: il re-incarnarsi individuale cosmico nella crescita e nella sua evoluzione, con i suoi sentimenti e gli intrighi, i pericoli e le minacce, le guerre, le pandemie e le carestie, i conflitti religiosi e le lotte per la successione di troni, in un periodo storico che oso definire "esemplare" dell'avventura e della sopravvivenza umana.
Lì dove l'uomo-faber infine si è imposto e ha creato la sua civiltà, la sua gabbia dorata, e ha trovato la sua redenzione nell'elogio dell'altro. E che, alla stregua di tanta arte, evidenzia una storia di ambizioni e di coraggio, di dedizione e tradimenti, amori e vendette, ove si scontrano le segrete aspirazioni e i sentimenti dei protagonisti, di quegli uomini che verosimilmente compiono la storia. È sullo sfondo di questo tempo, che oso definire del re-incanto, che tuttavia si sovrappone al tempo del timor-sacro, onde il voler evidenziare l'incertezza che spinge paradossalmente tutti noi, a pensare il tragico, a incontrare e vivere la morte solo come una persistente assenza inconfessabile quanto inaccettabile.

Allo stesso modo in cui pure accadeva in "Il nome della rosa" di Umberto Eco, (il primo grande capolavoro del genere), nella trilogia romanzata di Follett si respira l'integrazione della morte come il migliore e l'unico modo per esorcizzare il tragico, rappresentato dalla sublimazione artistica, per cui l'impostazione creativa va oltre quanto offerto dalla quotidianità, per superare di gran lunga la forma letteraria, sospingendosi inesorabilmente verso il pensiero virtuale odierno.
Pensiero che tuttavia è capace di far esplodere nuovamente il mito, e mostrare il re-incantamento del mondo, come un mix di gesta leggendarie dove cavalieri e dame di corte sono protagonisti di gesta eroiche, quasi a voler indicare che è proprio questo nostro essere ludico, giocoso del bambino che muove le marionette, che in fondo anima la nostra vita quotidiana, e che ha nome: destino.

Ken Follett (*), pseudonimo di Kenneth Martin Follett (Cardiff, 5 giugno 1949), è uno scrittore britannico.

Considerato uno dei più grandi narratori al mondo, ha raggiunto la prima posizione del New York Times best-seller list con molti dei suoi romanzi, tra cui Il codice Rebecca, Un letto di leoni, Mondo senza fine, La caduta dei giganti, L'inverno del mondo, I giorni dell'eternità, La colonna di fuoco e Fu sera e fu mattina. Due dei suoi libri, I pilastri della Terra e La cruna dell'ago, sono stati inseriti nella lista dei 101 best seller più venduti di tutti i tempi, rispettivamente al 68º e al 92º posto. Ha venduto più di 150 milioni di copie nel mondo, ed è uno dei più ricchi e famosi giallisti britannici della storia. Nel 2018 è stato insignito dell'onorificenza di Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico (CBE) per i suoi servizi alla letteratura.

Successivamente torna al genere del romanzo storico con Mondo senza fine (2007), sequel de I pilastri della Terra. Nel 2010 pubblica La caduta dei giganti, primo capitolo della cosiddetta "Century Trilogy" (la trilogia del secolo), che ripercorre i principali fatti storici del Novecento,[12] dall'incoronazione del re Giorgio V del Regno Unito fino alla caduta del muro di Berlino. Il secondo volume, intitolato L'inverno del mondo è uscito nel 2012, mentre la terza ed ultima parte, dal titolo I giorni dell'eternità, è stata pubblicata nel 2014. Nel settembre 2017 torna ancora nell'Inghilterra medievale con l'uscita de La colonna di fuoco, terzo libro della serie di Kingsbridge. Il 15 settembre 2020 è stato pubblicato il prequel de I pilastri della Terra, intitolato Fu sera e fu mattina.

(*) Wikipedya












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