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Uno scherzo fatale

di Mauro Di Fabrizio
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Pubblicato il 31/03/2020 06:17:02

Scomparve la nebbia e si spalancò il cielo dallo sfondo ancora grigio e velato, qualche passante era già in strada a muovere i fili di questa nuova giornata. Non mancava molto al suono del campanile della chiesa che alle 8:00 sarebbe avvenuto. Per molti avrebbe segnato un giorno nuovo, per altri un giorno come un altro, ma il comune denominatore era quello di portare a termine la quotidianità, il vero eroe del nostro tempo. Una cittadina di non più di trentamila abitanti, questo lo squarcio di cielo in cui viveva Cinzia, una signora di cinquanta anni, che dall'aspetto ne dimostrava sicuramente dieci in meno. Due figli maschi da crescere e una separazione avvenuta da poco, una situazione che sapeva di sacrificio, ma anche di un voltare pagina per una rinascita, che se non da subito, doveva avvenire prima o poi per non continuare a trascinarsi nell'apatia e per non vivere di solo lavoro. Il Fast-food dove lavorava la stava aspettando e lei comunque era molto serena lì e quando era all'opera, si era formato un bel gruppo, anche con gli stessi principali.
“Ehi ragazzi vado a prendere il quotidiano ci vediamo a breve” esclamò il capo del locale Mirko”. Un signore di sessantacinque anni affabile nei modi e molto riservato. Prese il solito quotidiano e tornò a locale. Il giornale era stato messo su di un bancone alla vista di chi voleva leggerlo e naturalmente e puntualmente venne alle nove in punto Mister Cross, un uomo anziano molto alto, distinto e ben vestito portava sempre uno spolverino lungo e si posizionava sempre allo stesso punto del Fast-food, per fare colazione e sfogliare il quotidiano. Passarono neanche due minuti e Mister Cross disse: “la scienza fa passi da gigante in tutti i settori è possibile che non possono attuare un sistema di micro-sorveglianza nei luoghi dove c’è più rischio di criminalità? Leggete qua in basso è una cosa vergognosa”. Incuriositi alcune persone compreso Cinzia diedero un’occhiata all'articolo. “Ma è a due isolati da qui” disse Antonio uno dei camerieri”. “Come è stato ferito?” si pronunciò Cinzia. Il Signor Mirko: non si comprende bene dallo scritto, si evince solo che è stato ferito ad una gamba e che ha perso molto sangue”. Nella notte infatti un malvivente poco distante da qui ha ferito un uomo, poi sembra ci sia stata una colluttazione, ma per un motivo di cui l’articolo non specifica l’aggressore dovette scappare improvvisamente. C’era un po' di inquietudine appresa quella notizia, soprattutto perché fatti del genere in questa piccola e tranquilla città non vi erano mai avvenuti. La polizia ha detta di molti non avevano ancora rintracciato l’aggressore, mentre il giovane ferito era all'ospedale principale, ed in questo momento lo stavano interrogando provando a risalire all'identikit del malvivente o a situazioni e parole che si erano scambiati.
“Era talmente buio che il volto lo ricordo in maniera troppo vaga e per il resto ci furono solo atteggiamenti intimidatori verso di me, disse solo due o tre frasi del tipo è colpa tua se è successo questo e poi disse ha studiato tanto…io sono un laureato e so che significa il sacrificio…ecco questo è quanto e poi non ricordo più nulla” disse Gianluca. Il Tenente Marialdi: “Grazie della collaborazione è stata comunque una testimonianza preziosa, mi raccomando si rimetta presto e si tenga sempre, se non le dispiace a nostra disposizione per qualsiasi chiarimento vorremmo porgli”. “D’accordo può contarci”. Rispose Gianluca con aria alquanto affaticata.
Nel frattempo, al fast-food c’era molto lavoro, mentre verso le 14:30, Cinzia si accertò che i ragazzi erano tornati dalla scuola, infatti ormai il più grande aveva la macchina e l’altro figlio più piccolo era controllato dal fratello maggiore. Si fecero presto le 18:00 e a locale si era quasi in procinto per organizzare la serata. Tutti al lavoro per preparare al meglio il ristoro. Ad un tratto videro passare la polizia a piedi nella zona e si fermò anche da loro e cominciò a fare alcune domande di rito riguardante l’accaduto, ma nessuno dei presenti aveva sentito o visto niente se non l’articolo di giornale stamane. “Cinzia si pronunciò qualcuno per me sa… ad esempio nella casa editrice che hanno fatto l’imminente articolo”. Il Tenente acuta osservazione signora, era già in preventivo, grazie comunque e sarà la mia prossima tappa cara”. Al giornale una volta entrati e facendo la loro perlustrazione non notarono nulla di strano. Ai giornalisti e al capo redattore il tenente e il suo collega gli posero alcune domande invasive e solo uno di loro destò nella sua risposta curiosità. Alla domanda può centrare in tutto questo l’università. Matteo pubblicista aspirante giornalista, rispose con un’aria un po' burbera: “l’università è l’unica cosa importante e seria che abbiamo nella nostra città, non scherziamo”. Marialdi: “ho solo posto una domanda e ho le mie ragioni per farlo, non si scaldi così mio caro stagista”. Il tenente e il suo vice salutarono e se ne andarono, mentre la sera ormai era scesa ed era quasi l’ora di cena, i negozi stavano abbassando le loro saracinesche e tutti glie esercizi stavano per chiudere e rimanevano aperti solo alcuni bar e locali per mangiare, dai pub ai vari ristoranti e all'unico “mitico” fast-food di Mirko. “Sai mio caro Max disse Marialdi, non abbiamo posto una domanda all'aggredito. Se lui studiava dimmelo te dove Max?” “All'università forse?”. Perspicace mio allievo, molto perspicace. “Ci andiamo ora capo?” Disse Max. Penso proprio di sì ripose a tono Il Tenente. Ore 20:30 mentre la polizia si dirigeva di nuovo verso l’ospedale, la gente era unita nella cena e il fast-food era davvero pieno questo venerdì. Ecco i tuoi ragazzi esclamò una collega di Cinzia! “Che bello siete arrivati amori miei!”. I due fratelli salutarono con educazione e affetto e presero posto in un tavolo riservato ai gestori e dipendenti del locale. Non era un giorno di ricorrenza speciale ma certo sì che il locale che ormai da 10 anni, era presente in città era molto amato e sposava nei piatti e nel servizio la tradizione di un tempo, con un connubio moderno a livello di attrazioni, ad esempio, come la musica.
Dall'altra parte della città, all'ospedale, i due Agenti all'uscita stavano commentando il colloquio con Gianluca: “Un buon voto prese vero?”. Disse Max. Marialdi con aria ironica quasi gli inveì contro: “A me secondo te interessa che voto a preso il nostro simpatico ragazzo?”. Poi si incamminarono verso la centrale per prendere le proprie macchine ed andare a casa. Intanto l’aggressore era ancora libero in giro e chi sa dove e per precauzione davanti all'ospedale era stata posizionata una guardia nell'eventualità di una seconda aggressione. La serata giunse al termine e dopo i saluti al locale ognuno si diresse nella propria abitazione e Cinzia con i ragazzi sopraggiunsero nella propria casa.
Il mattino seguente Cinzia dopo aver preparato la colazione ai ragazzi, sentì il telegiornale locale dove come seconda notizia si faceva risalto all'aggressione del quartiere Pireneo e dove si evidenziava che il malvivente era ancora in circolazione e si diramava la notizia di stare attenti negli spostamenti. Anche all'università si fece un gran parlare del ferito dove molti lo conoscevano e una certa Rosy in un discorso con alcuni suoi compagni collegiali si pronunciò in questo modo: “Sicuramente Gianluca l’anno scorso si Laureò con un voto molto buono però un po' sorprendente a mio giudizio non trovate? “Un compagno gli disse: “certo, ma la cosa che non capisco è il fatto di come abbia fatto a non andare fuori corso”. intanto dalla vetrata della porta principale stavano giungendo il Tenente Marialdi e il suo braccio destro Max. Fecero un giro e poi cercarono informazioni sugli ultimi dieci anni Universitari, sia sui ragazzi, sulle aule, sulle facoltà, sia sugli esami svolti, quindi nei tabulati interni alla direzione e alla presidenza. “Guarda, leggi in queste note capo”: -anno accademico...Il signor Todei Gianluca, in sostituzione di Alfonsi Matteo, subentrerà dal terzo anno e all'Alfonsi a partire dal medesimo giorno, vedrà cadere la sua iscrizione per motivi disciplinari, per il suddetto ruolo di allievo, in Scienze della comunicazione. Firma: Il Rettore Amedeo Fumagalli. – “Andiamo per ordine Max “andiamo da questo Rettore”. “Mi dispiace, si pronunciò un impiegato della direzione, ma il Rettore Amedeo non lavora più qui, ma si è trasferito da circa un anno in Inghilterra”. Scusi ma sa, se ha famiglia o magari qualche parente che possa sapere qualche informazione in più sul suo conto?”. Rispose un impiegato amministrativo: “l’unica cosa che so è che è separato dalla moglie e a dei figli ma non so se sono con la madre o con lui”. M: “Sa il nome della moglie?” No, mi dispiace”. Rispose l’addetto. M: “Grazie lo stesso è stato gentilissimo”. Ci furono altre domande con riposte molto vaghe, sia dei docenti sia degli alunni e dopo circa un’ora i due Agenti andarono via”.
Intanto al locale… “Dimmi un po' Cinzia sei pensierosa oggi” disse un suo collega. “Non più di tanto ribatté, ho solo uno strano presentimento. “Di che parli” replicò. “No niente, una sciocchezza disse Cinzia con aria titubante”. “Bella gente su con la vita a breve arriverà gente per pranzo e non voglio facce tristi” urlò in modo ironico Mirko, il loro datore di lavoro.
“Non…non ce la fatta” esplose in un urlo Daniela. (part-time nel pomeriggio al locale) Mirko: “calmati, di chi stai parlando”? D.: “Il ragazzo ferito è…Mirko.: “ma come sembrava che stesse migliorando”. Di nuovo Daniela. “Ho appreso la notizia pochi minuti fa nel tg locale!”. “Ma come è successo non si sa? Disse la signora Fumagalli”. E proprio in quell'istante entrarono il Tenente Marialdi e Max. Marialdi: “ho sentito poco fa l’ospedale sembra che nella ferita sia subentrata una forte infezione, poi febbre alta tutta la notte con conseguente arresto cardiaco”. E così lei è la signora Fumagalli Vero?”. Facendo un’indagine lei è l’unica che porta questo cognome in tutta la cittadina. Cinzia: “si sono io e già so perché siete qui”. Mio marito sbagliò a firmare quella documentazione tra il Signor Gianluca e Matteo io glielo dissi all'epoca che eravamo ancora sposati. Max: “ma quale fu la causa che scatenò questa decisione si ricorda?”. “Per un gioco davvero stupido disse Cinzia: Matteo Alfonsi lo accusarono di piccoli furti all'università e senza esitazione per salvaguardare il buon nome dell’Ateneo e senza indagare ulteriormente fu radiato Matteo”. Marialdi: “Quindi lei, sapeva naturalmente di questo passaggio di inserimento da un alunno a l’altro, ora bisogna solo capire se il pubblicista Matteo ieri l’altro si è voluto vendicare della sua mancata laurea”. Intanto di spalle seduto c’era un signore che stava leggendo un giornale e disse voltandosi”. Mio nipote non c’entra niente nell'accaduto…Io sono suo Nonno e non mi chiamo Cross, io sono Nereo Alfonsi e dopo la perdita di suo padre, cioè mio figlio e nello stesso tempo l’allontanamento all'università, mio nipote crollò a pezzi e io non ho mai potuto sopportare tutto questo…”. Cinzia cadde in lacrime e Il Signor Alfonsi si costituì.


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