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I rischi di una colazione non proteica

di Filippo Di Lella
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Pubblicato il 20/09/2021 07:37:50

Caffè.
Spremuta.
Solita brioscina alla crema; non importa quale marca, sono tutte uguali: un tot di pasta, un tot di crema. Il ripieno all'albicocca o quello al cioccolato hanno come risultato il solito, fastidioso, bruciore da gastrite; la crema, curiosa casualità, no. Solo iddio sa il perché.
Il buio alla finestra lo destabilizza, l'aria fresca mentre fuma lo riporta ad altri momenti, luoghi, occasioni, attimi di perpetua nullità nel succedersi dei minuti. Si sente parte della parete dirimpetto, un minuscolo mattoncino, parte di un panorama claustrofobico di umidità condito con un punticino rosso, eredità sbarazzina di milioni d'affacci su Milano.
- Se avessi voluto il tuo perdono lo avrei chiesto a suo tempo, e invece... Sai cosa? Mi sono ridotto ad accettare di andare avanti, vivere con quella macchietta addosso è stato fastidioso per un po', poi, vabbè... -
E il mattoncino lo guarda in silenzio. Il riflesso del caffè dice che non gli importa -deve ancora svegliarsi-, la brioscina sparita -puff!- e la spremuta, beh, che potrebbe mai dire di sensato, cioè con un minimo di tatto, in faccia a tanta stupidità? La spremuta, arancia. Arancia il bicchiere, arancia il palato, arancia le dita contro al vetro. Arancia l'amarezza. Si limita. E arancia -ah, le spremute!
- Ricordo quando riuscivo a innamorarmi di ogni cosa, quando guardavo gli aeroplani passare e pensavo agli addii, alle lacrime e ai baci, ai sorrisoni della gente che parte, ai tassisti senza sonno, alle mani che si stringono. Ricordo di aver visto la morte passeggiare nei corridoi di un ospedale dell'hinterland e un paio di amanti tremare al ritorno del cornuto. Cosa ne farò? -
E il mattoncino sembra assentire, silenzioso ed eterno quanto il mattino che va via via schiarendo nello spazio tra i palazzi in fondo alla strada; roba da saggi, chi mai lo capirebbe?
La spremuta sembra esterrefatta, il caffè chi lo capisce è bravo. Il fantasma della brioche aleggia nella stanza, sillabe mute di un recital stanco che vorrebbero dire non ricordo nulla, per me il mondo era un sacchetto di plastica. Già, cosa può capirne una merendina? Forse non più di ciò che il caffè fa intendere.
- Domattina uova, giusto per cambiare. -
Il cucchiaino apre appena un occhio, questa l'ho già sentita, poi lo richiude e dorme un altro po'.
Non c'è fretta.

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