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Oscurità

di Teresa Cassani
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Pubblicato il 24/12/2021 18:40:57

OSCURITÀ

Ci sono degli eventi che ti fanno sentire misero e inadeguato. Che ti confermano immerso nel mistero, tu stesso mistero, appena capace di compiere piccoli passi in direzione della meta o, peggio, impedito dalle necessità e nella prospettiva di cambiamento.
Se ti vien data la notizia di gesti folli, risolutori, da parte di chi avevi immaginato, invece, fornito di mezzi e strumenti solidi per affrontare l’esistenza, impietrisci.
Giungi a pensare che qualunque giudizio rifletterebbe solo presunzione, ignoranza, piccolezza, incomprensione, ma quella scelta irreversibile continua a interpellarti in mezzo alle nebbie. E ti mancano i pensieri e non solo le parole, mentre ti senti povera creatura inanimata come la pietra. Infine sopraggiunge il pianto liberatore di fronte alla morte voluta da chi non ha saputo accettare o aspettare.
Chi era R.R.? Una persona colta, esigente, come scaturiva dagli articoli del suo giornale on line, una signora che amava l’arte, il cinema e il teatro, che aveva iniziato un rapporto con l’insegnamento.
Che cosa può averla spinta a quel vizio assurdo che si insinua nelle menti più raffinate e sensibili, che dispiega la sua perversa attrattiva contro ogni buon senso, contro il comune istinto di conservazione?
Non so rispondere. Potrei fare qualche ipotesi, chiamare in causa Anne Sexton, Amelia Rosselli, Antonia Pozzi e Cesare Pavese, ma non identificherei la situazione, navigherei in acque traverse.
Non conosco nulla della vicenda, se non per vie indirette.
Tuttavia, l’episodio innesca domande, confronti, osservazioni.
Perché una persona colta, che dovrebbe aver capito il significato della vita anche se non nei suoi aspetti escatologici, irride alla vita tanto da stroncare la sua volontariamente?
Eppure tutti sappiamo quanto sia valido l’orientamento di chi accetta di vivere anche alle condizioni più difficili: in fondo Leopardi, a differenza di Pavese, aveva trovato un suo modus vivendi.
Nel film della Cavani, Francesco nella chiesa da ricostruire raccoglie i poveri, travolti dalle casupole di fango sotto la furia del temporale, e li invita a ringraziare Dio per il dono della pioggia: il suo è un messaggio di amore e rigore marchianti, impersonato da un potente altorilievo di corpi umani, di esistenze vive .
Perché scegliere la non vita, il non tempo, la cessazione ?
Perché lasciare di sé un ricordo sconcertante, respingente, pietrificante?
Perché rinunciare alla ricerca della verità più profonda che da sempre abita nel cuore dell’uomo?
Lo chiedo a te R.R., anche se non potrai rispondermi, anche se il tuo mistero continuerà ad accompagnare me e tutti quelli che ti hanno incontrata.

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