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Non voglio mai più sentirmi sola

di Rosetta Sacchi
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Pubblicato il 10/04/2024 15:23:25

Non voglio mai più sentirmi sola

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Ecco sono qui, ho cinquant'anni e il ricordo di una vita vissuta da altri. Mi volto indietro e all'improvviso non vedo più niente. A cinquant'anni sono come un bambino che se ne va con le braccia appese ponendosi mille perchè, come il bambino della poesia nel film IL CIELO SOPRA BERLINO di Wim Wenders, non ho una casa, una famiglia, non ho dei figli.  Cammino sull'asfalto cantando una canzone ad alta voce. Non vedo nessuno intorno a me. Sono sola in mezzo ad una folla di persone. Immagino di camminare all'infinito e mi sovviene alla mente la poesia di Leopardi, "Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte/dell'ultimo orizzonte il guardo esclude" e la parte finale, "Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare."   Mi sento parte dell'infinito, mi sento quasi irreale. Ho cinquant'anni, lo so. Ma non ci credo, ho voglia di correre, di gridare come fossi unica al mondo, di ascoltare la musica ad alto volume e di ubriacarmi nel ritmo, ballando fino allo svenimento.  Non controllo i miei pensieri e l'onda dei ricordi mi travolge, i ricordi di una vita vissuta da altri. Dove sono stata finora? Chi sono stata? Strano, come attraverso i tuoi occhi io veda tutto chiaro, la luce e le ombre, come io non sia più una bambina insignificante e capricciosa, ma sia semplicemente io con i miei sentimenti estremi, con la mia esuberante allegria, con la voglia di fare, con le mie acrobazie mentali, io che mi sollevo d'improvviso da terra per volare, io senza limiti e senza pregiudizi, senza timore delle parole altrui e dei loro atteggiamenti. Nessuna cosa mi può più ferire, sai, l'ha già fatto in passato. Niente più può farmi versare delle lacrime. E' già accaduto. Ora io non posso più piangere, non posso più rimanere su una panchina da sola a ricordare, o cadere nella trappola delle maldicenze e degli equivoci. Sono un'artista, e tu lo sai, da quando mi hai baciato le mani. Posso farti sognare ma devi rimanere sveglio perchè tu ti possa rendere conto cosa io possa rappresentare veramente. Per questo ti scrivo perchè tu possa volare con me attraverso spazi immensi e sentire il profumo dell'erba tagliata, ed affacciarti su di un precipizio senza cadere, specchiarti nel pozzo come fa la luna nelle notti d'estate.  So che saresti capace di rimanere per ore ad ascoltarmi, perchè a te piace ascoltarmi e a me piace parlarti di me, della vita che non ho vissuto, della vita immaginata come dentro a un sogno. Non ti parlerò del tempo, o di politica, o delle donne, di quello che fa comunemente la gente, ti parlerò di me, del confine tra saggezza e follia, dell'imprevedibile, dello stupore, della fuga dalla realtà, dell'infinito, dove ci siamo io e te, e questo grande senso di libertà, dove confluiscono le parole e i baci, i silenzi, ed ogni respiro, la luce e il buio nell'affermazione e nella negazione di entrambi. Ed è così che esplorerò la tua mente ed il tuo cuore, è così che ti raggiungerò ogni volta quando sentirò freddo e avrò paura del buio, perché non voglio mai più sentirmi sola.

- Agosto 2013 -
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