Di passaggio: gli alberi erano ovunque.
Ora, organizzare una foresta senza un minimo di ordine progettuale = in tale caos indifferenziato, è compito improbo per chiunque. Chiunque, direi, sì.
Tanto più se la vista è nell’intrico, quando l’occhio non sbatte (cioè, tronchi nelle pupille. Quanto a sperdersi in alto risulta facilissimo. (Inutile provare col silenzio: nella foresta è ovunque).
Per cui, arrampicandomi tra le parallele di un infinito assurdo asessuale dove le rette variano e gli incroci stanno a significare le ostruzioni che i secoli producono alla vista, sembra davvero inutile per qualsiasi intelletto, appena desto da consueti incubi diurni, cimentarsi in questioni razionali. Specificare? Volgersi ad altra pagina.
Se almeno qualche angolo svettasse tra le foglie addensate, si potrebbe tracciare un teorema geometricamente valido (almeno pressappoco, almeno un po’) ad indicare spazi sovrapposti dove gli eoni giacciono ed i soli stanno al buio come sta Dio a qualche notte di montagna, dove le stelle cadono e raccolgo almeno un Suo pensiero.
Comunque, sarà per altri calcoli.
Non raspose e contorte, non cortecce. Ah, la natura ha strani gusti a volte. Chissà quando divarica le gambe.
Ma per intanto, adesso: ...
Tra grovigli: un labirinto? Se fosse, quale decifrazione e dove condurrebbe la misura? Inoltrarsi.
Probabilmente il tempo è una congiura. Facile da scoprire: sempre lo stesso intento.
Praticarlo è un massacro.
Questa foresta a volte sembra esente. Non vedo tracce di esposizione temporale. Per farlo, segare qualche albero e intricarsi.
Dunque il tempo è nascosto. All’apparenza scorre senza fiume. Né onde, mareggiate, moti insani, altre considerazioni inusuali (che non siano umane).
Se così fosse, se ciò significasse almeno qualche cosa di sensato, questa foresta è un luogo sempre uguale: il tempo si evidenzia intorno all’uomo. E con il tempo il suo passaggio immenso, la sua infinita differenziazione. Se quadra il teorema e traccio uguale: sono uno che passa.
Come lassù, tra le nuvole alte, appena distinguibili tra i rami.
Notte congiunge luoghi sovrapposti. Passa: una meteora rossa.
Travalica, scompare. Sicuramente, da qualche parte, cade.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Giovanni Baldaccini, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.