In una piccola città di mare, viveva una giovane donna di nome Clara.
Il suo mondo interiore sembrava scorrere come le onde che lambivano la spiaggia: regolare, prevedibile, ma senza sorprese.
Lavorava come impiegata in un ufficio, con giornate scandite da orari fissi e doveri che si ripetevano ciclicamente.
Aveva sempre l’impressione di non disporre del tempo a sufficienza per fare quello che davvero la rendeva felice, e spesso si trovava a rimandare quei momenti in cui avrebbe voluto semplicemente soffermarsi per godersi la vita.
Un mercoledì pomeriggio, mentre passeggiava lungo il molo, incontrò un anziano marinaio di nome Sebastiano che aveva passato l’intera esistenza in mare; la sua pelle portava i segni del sole e del vento.
Vi era qualcosa di magnetico nel suo sguardo, un senso di pace e saggezza che incuriosì Clara.
“Ragazza, perché sembri così pensierosa?” le chiese l’uomo con voce calma.
Ella sospirò e si sedette accanto a lui. “Mi sembra di non avere mai abbastanza tempo. Corro tutto il santo giorno, ma mi sfugge la sensazione di vivere davvero. È come se non riuscissi ad assaporare le cose importanti.”
Sebastiano le sorrise e rispose:
“Sai, il tempo è una cosa strana. Non puoi afferrarlo o fermarlo, ma puoi decidere come scandagliarlo. La chiave sta nel modo in cui si affrontano le emozioni. Se lasci che ti scivolino addosso senza sentirle davvero, tutto brucerà in fretta. Ma se impari a fermarti, ad avvertirle in profondità, scoprirai che il tempo diventa più ricco e sorprendente.”
Clara rifletté su tali parole per giorni, continuando però a sentirsi intrappolata nel suo ritmo frenetico.
Poi, un lunedì mattina, si svegliò con una sensazione diversa. Decise di prendersi una giornata per sé, lontana dalle scadenze e dagli impegni.
Si recò sulla scogliera, dove amava da sempre osservare il mare.
Seduta lì, sentì il vento accarezzarle il viso e il sole riscaldarle il corpo. Iniziò a concentrarsi su ciò che stava provando, un mix di serenità, nostalgia e gratitudine per quel gioioso istante che pregustava come se fosse un aperitivo di bellissime e straordinarie sensazioni.
Lasciò che tutto quel benessere la attraversasse, senza tentare di scacciarlo o di analizzarlo minuziosamente.
Da quel dì, Clara iniziò a vivere diversamente i suoi attimi. Non cambiò lavoro e neppure stile di vita, radicalmente, bensì mutò il suo atteggiamento di approcciare il tempo. Quotidianamente, coglieva l’opportunità di ritagliarsi una pausa per sé, assaporando totalmente la gamma di percezioni che le invadevano la mente e l’anima, donandole gioia o nostalgia.
Smetteva di rimandare le piccole cose che la rendevano contenta: una camminata al tramonto, un caffè con un’amica, una pagina di un libro e altro.
Con l’andare avanti, si accorse che anche se le sue giornate erano fitte di impegni, non le sentiva prive di significato, vuote o frenetiche.
Era come se avesse imparato a dilatare l’orologio e lo spazio attorno alla propria routine, semplicemente respirando ogni secondo con intensità e presenza.
Soprattutto, si era resa conto che le sue emozioni, qualora vissute fino in fondo, le restituivano una soddisfazione interiore che nulla poteva sostituire.
Finalmente, Clara capì che il vero segreto per vivere bene non era avere più tempo, ma saper vivere meglio quello che si ha.
Con il cuore colmo di tranquillità, continuò la sua strada, consapevole che ogni giorno poteva essere un’occasione per sentirsi pienamente realizzata.
Visse appagata, avendo appreso a valorizzare il tempo e, con esso, le sue eccitanti emozioni.
N.d.A.: Nomi e fatti sono frutto di fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.
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