Pubblicato il 07/07/2018 20:25:59
Come di consueto i servi dei poteri economico-finanziari si stanno scatenando sui massmedia per propalare falsità abissali sul lavoro. Tutto ciò in coincidenza perfetta con le misure che l'attuale governo intende attuare nel settore. Tempo fa teneva banco la bugia che gli italiani non volevano fare più certi lavori e che quindi ci servivano più immigrati. Questa bugia è stata ampiamente smascherata allorché è stato messo in evidenza il fatto che gli italiani non vogliono essere trattati da schiavi e non che non vogliono fare certi lavori. Adesso è venuta alla ribalta, con sempre più insistenza, un'altra falsità: il non incontro fra il sistema della formazione scolastica con le esigenze dell'industria. Si afferma che esiste una grande offerta di lavoro tecnico che non incontra una sufficiente domanda soprattutto da parte degli italiani e che anzi una parte di questa offerta viene coperta da immigrati di prima o seconda generazione! A parte il fatto che non credo minimamente a quest'ultima affermazione che proviene, ovviamente, dalla solita area ideologica che ci vuole sostituire con immigrati o che comunque ci vuole convincere che convenga anche a noi (?) accoglierli, magari tutti, per le ragioni più folli, tra le quali il rimpolpamento della popolazione, è però la prima affermazione che è la più subdola. A prima vista, senza esercitare alcuna analisi razionale, questa asserzione potrebbe sembrare verosimile, ed è proprio questo l'effetto che si vuole ottenere, scientemente e cinicamente, sulle persone sprovvedute: ovvero che la mancanza di lavoro è colpa loro e delle istituzioni che li hanno formati e non colpa degli speculatori economico-finanziari che vorrebbero una manodopera mondiale a basso costo e prona alle loro esigenze contingenti, insomma delle obbedienti marionette o schiavetti. Quello che si tace colpevolmente è che il divario fra formazione scolastica ed esigenze dell'industria non potrà mai essere colmato, nemmeno in linea di principio. L'evoluzione tecnologica è così rapida che nel momento in cui uno, acquisita la formazione tecnica che era richiesta all'inizio del suo percorso, si ritrova sul mercato, la sua formazione tecnica è quasi sempre diventata obsoleta e quindi non troverà comunque lavoro: solo pochissimi di costoro lo troveranno, i più sono destinati a diventare carne da macello. Perciò non si può sacrificare la vita delle persone alle momentanee esigenze dei poteri economico-finanziari costringendole nell'angusta dimensione di una formazione tecnica particolarissima e perciò contingente che viene, per l’appunto, regolarmente e rapidamente superata. Questo è proprio il modo per generare disoccupati e per giunta con un’istruzione generale assai limitata e quindi di difficoltosa riconversione, producendo così folle di disadattati dalla personalità compressa e distorta, altro che felici occupati. Ognuno deve avere il diritto di seguire le proprie inclinazioni e di sviluppare i propri talenti nel modo più libero possibile, e un sistema d'istruzione responsabile deve favorire questa crescita individuale perché solo in tal modo si avranno persone più complete e felici e la qualità della società se ne avvantaggerà. D'altronde è notorio che i rappresentanti dei poteri economico-finanziari sono per lo più dei rozzi il cui potere è stato o ereditato o rubato e solo in pochi lo hanno ottenuto col lavoro e la competenza, ma sempre comunque favoriti dalla vasta area di casualità che domina le nostre vite. Basta osservare come i più utilizzano gli enormi profitti che fanno: in attività frivole e in sordidi vizi, altro che lavorare! Nulla essenzialmente è cambiato sotto il sole dai tempi dei monarchi assoluti e della loro parassitaria corte di nobili e aristocratici per diritto divino o di nascita.
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