Una tipa di media bellezza
da portare giù ad Acitrezza
dove tira sempre la brezza
ed il mare porta freschezza
risalirsene poi nella piazza
dove una fontana ci spruzza
abbracciato a questa ragazza
sarà un cantico di dolcezza.
Sulla rena granosa e grezza
pescatori riparan la rezza
una sterna marina svolazza
un vocione grida Santuzza!
lui che esce dalla carrozza
e traversa svelto la piazza
il più piccolo dalla terrazza
ride e dice con vera gaiezza
papu miu tunnau, matruzza!
Questa tipa di media bellezza
me la porto giù ad Acitrezza
a provare insieme l’ebbrezza
di svignarcela dalla munnezza
che ci ha bombardati di puzza
butteremo al vento l’asprezza
di convivere con la schifezza
della nostra città tanto sozza
che il fiato da anni ci spezza.
Nella baia che d’alghe olezza
ci godiamo la grande finezza
di un menù davvero di razza
pasta e sarde e souté di cozza
la frittura di pesce che frizza
il bianchino la gola accarezza
e cassate di gran morbidezza
sullo sfondo l’antica fortezza
di tra i tavoli il mare marezza.
Qui l’antidoto della cupezza
è un cielo d’azzurra purezza
un lettuccio per la tenerezza
su cui stare in tutta mollezza
sillabando con mite lentezza
la grammatica della pienezza
ci godiamo la balda prodezza
di riprenderci la giovinezza
e sul resto ci passo la pezza.
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