Un ricciolo di vento innalza le foglie al cielo
altre ormai accartocciate cantano rotolando
strisce di nuvole rivelano la direzione del vento;
come è tiepido questo sole nella primavera di gennaio.
Quanto mi è lontana l’eco della piazza,
quel grido di libertà invade ogni angolo remoto delle città.
Non sono degni quei miserabili capi di stato
avvolti nella loro superbia tra protettive scorte umane.
Lasciate che si esprima forte l’opinione
lasciate che le parole brucino sulla pelle
lasciate che la satira possa colpire dove l’ipocrisia governa.
Il progresso non è profitto
la fratellanza non è esproprio e sfruttamento
l’accoglienza non è elemosina
l’emigrazione non è schiavitù
la libertà non è imporre l’io ma riconoscere il noi.
L’uguaglianza è diversità e la civiltà è ascolto
la democrazia è sorella di cittadinanza
non ci sono stranieri, non ci sono ospiti,
non ci sono clandestini
siamo familiari ognuno del suo Dio
perché la religione non è violenza
sono gli uomini violenti o falsi profeti
che si nascondono dentro le religioni.
La libertà è ascoltare la voce del vento
poiché sconosciuta è la sua origine e non conosce confini,
è osservare il cielo poiché ovunque tu sia
puoi vedere le stelle per sognare un futuro
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