Più vicine di noi, vocale e consonante stanno a meraviglia.
Oh! la donna - la chiamo Oh! -
si stupisce di averlo pronunciato alla rinfusa.
Le sillabe della pendola, più grevi, categoriche,
iniziano l’alba con il repertorio difatti
apparentemente nugolo di oh! - le sue mani
si prendono in grembo amiche dalla prima ora.
Le muove lentamente come una funivia.
Oh! le dita passeggere! Garze ladre sui femori,
attratte dall'opale rotuleo che appunta il divano.
Un ciclamino ancora, mi sento.
Non metto bocca perché non ne ho per metterla.
Oh! raddrizza la schiena come la memoria del corpo
meglio consente, e Oh! ripiega
chiude le palpebre per prendere visioni sotto una nuova luce:
tavoli sedie volti lunghi o ampi luoghi
utili inutili persone sapienti confusi panorami legati
dallo stesso nome - il nome meno in voga, ma più richiesto
Oh! le gambe - un palio - strette sotto le mani che si comprendono;
come due viticci cercano appigli e sanno che bisogna aggrapparsi,
anche se non c'è niente da prendere, tranne lo spirito Oh!
Oh! prende i sensi a caso. Li ricovera con un pretesto;
nel silenzio fanno incetta di risonanze, ma è nel rumore
che i sensi si trovano a piacere. Il piacere che qui
appare fuori contesto, ora. C’è,
ed è come l’osso spossato: debolezza non leva
le tende sia ricordi che vento. Il vento è meno di un respiro.
Il respiro ha fretta, esce dalla trincea del sonno
in uno sbadiglio armato dalla stanza concava, la stanza
coglie i denti a nudo, è ignoto dove si colloca un sorriso
e dove porta chiusa.
Sotto il tappeto a tinte cupe levita il pavimento terreo
e appena si distingue il cielo dalla strada: aperta parentesi,
semplicemente, Oh!, sente la distanza manifestarsi in tempo.
La solitudine è un modo per arenare il battello
udito sulla affiorante distopia di talune voci a venire. Oh!
è terribile che un ciclamino non possa mettere bocca
in quel senso.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Ferdinando Giordano, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.