Scappa attraverso il paesaggio rupestre,
capelli corvini e occhi scuri,
fra le fronde e le carezze del vento
gambe tornite in calze di sabbia,
immemore in tutti i veli di ruscelli.
Ultimo palpito s’un volto trasfigurato.
Nella placidità del suo corpo
avanza una sfera di neve,
sulla pelle un neo di silenzio.
Le sue mani, archi canori
frantumano ogni luce d’alba.
Nella sua dimora conta i minuti.
Per la sua stella,
esplosa nell’aria d’aprile,
per regalarsi gli occhi, per vivere giunti
sino alle praterie in fiore,
per regalarsi immenso amore
per donarsi le iridi all’ultimo secondo.
Per dormire nella luna
in quattro pupille, il sole nelle medesime.
Un amore fra le labbra-un vago uccello
adorna i campi, i boschi,
le strade e il mare.
Bella come il mondo da una mongolfiera.
Premio Speciale della Giuria al Concorso Internazionale Le Occasioni-Ossi di Seppia 2019 alla memoria di Eugenio Montale (1896-1981), Premio Nobel nel 1975.
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