Il dottore afferma che non basta una pillola:
la cura dev’essere prolungata per rispondere
a domande in buona salute. “Morirò, dottore?”
In coscienza, i monosillabi sono irricevibili,
anche se somministrati come acini di sale
iodato. La loquacità rassicura, soprattutto
se la diagnosi è di per sè ipertensiva;
dice anche: “Serve ridurre la vita. Il suo giro
preoccupa perché imbocca la notte e la notte
brucia i grassi come quarti di manzo.”
Mi ricorda che devo respirare salsedine
per prendere iodio a mani nude come la luna
che si tira addosso l’alta marea per farlo
nello stesso verso del delfino che appare dopo.
Sebbene dentro di te una selva di paure sia
cresciuta, il timore prende una strada già battuta
con un filo di voce: “Morirò, dottore?”
Poni questa domanda pleonastica e ti rispondono
due polpastrelli che giocano a tamburello
sulle tue spalle e fanno del medico un delfino
da acquario. L’udito scopre il fischio e la cura:
“Morirò, dottore?” “Come inizio non c’è male.”
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Gerardo Dani, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.