Fiumi scorrevan di rabbia e rancore,
schermi anneriti da insulti e clamore.
Un like, un commento, poi un’altra offesa,
il mondo urlava, la mente era accesa.
Sanciron così il giorno fatale:
Basta coi social, fan solo del male,
ritorno al passato, ai fogli di carta,
frasi pensate da mente che scarta.
In piedi rimaser teche dorate,
ove le rime furon vincolate,
spazi riempiti di réclame e luci,
storie soffocate da eco assai truci.
Chi voleva dire, o soltanto amare,
dovette tornare al vecchio parlare:
lettere scritte ad inchiostro e passione,
un foglio piegato, un timbro ed un nome.
Forse, nel tempo, la voce sbiadita
trionferà, brillando, in carta ingiallita,
più sussurrata, più viva, più vera,
senza algoritmi, a scioglier la cera.
N.d.A.: La poesia mette in luce un tema di grande attualità: la degenerazione della comunicazione nei social media e la possibilità di un ritorno a un’espressione più autentica e riflessiva.
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