Gracidare nel tempo che resta
imitando un “gre gre di ranelle”
che fonemi che pause ha il mio canto!
E la raucedine di un nuovo alfabeto
Poso pigra per metà nella crepa
nella guazza che par si rischiari
il salto apprendo ed il volo in un guizzo
da chi sa essere solo se stesso
Tatuato il sentiero è di piccoli sassi
sperimentano i chiodi i miei passi
e le frane da sobri, ché i savi,
gli ubriachi di vita e d’amore,
non cadono mai dentro i versi.
Illesi nel gelo e nel fuoco.

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