Pubblicato il 29/09/2022 08:15:17
Non sono uscito di senno, ma sono stanco dell’estate. Cerchi nel cassettone una camicia, e il giorno è perso. Venga l’inverno e copra tutto, presto, le città e le genti e, innanzitutto, il verde. Io dormirò vestito, sfoglierò libri in prestito, finché non se ne andrà per la sua strada l’anno, quel che resta, come il cane che sfugge al cieco e che traversa lungo le strisce pedonali. È libertà se scordi il patronimico del capo, se è dolce la tua bocca più della chalvà di Shiraz e se, col cervello strizzato come il corno di un capro, dall’occhio azzurro nessuna stilla scenderà.
La forma del tempo (Corriere della sera, 2012) Da: Interno Poesia
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