Pubblicato il 29/10/2019 09:35:02
Florinda Fiamma racconta Sylvia Plath
Di letti, ben si sa,/ ne possiamo trovare/ di molte qualità. / c'è Lettino e Lettone.; / Ma tutti questi letti, /a ben considerare,/servono solamente / per dormire e sognare. / Sono letti noiosi, / sono letti banali. /Ci sono invece Letti- / Veramente-Speciali! / Un Letto-Galleggiante / per andare a pescare; / sul Letto-per-Acrobati /ci si può arrampicare
Sylvia Plath scrive anche storie per bambini. The Bed Book, A letto, bambini! È un libro di brevi componimenti non sense per bambini, con delle poesie/filastrocche sui differenti tipi di letti. Fu pubblicato postumo, nel 1976. Sylvia aveva inventato quelle storie per divertire i propri figli, l’edizione originale è illustrata da Quentin Blake. Ma oltre a scrivere Sylvia farà di tutto: insegna inglese allo Smith College, dove aveva studiato anche lei, fa la babysitter, la cameriera, e, ironia della sorte, la segretaria nella clinica psichiatrica in cui, qualche anno prima, era stata ricoverata. Nell’estate del 1950 lavora in una fattoria vicino Dover dove svolge lavori manuali, in seguitò trasformerà quest’esperienza in una poesia: Bitter Strawberries. La poesia resta il suo grande amore, soprattutto Sylvia è affascinata del poeta Dylan Thomas e quando nel marzo del '50 Thomas si trova a New York per una lettura, cerca in tutti i modi di incontrarlo, facendo la spola per due giorni tra il pub e il suo albergo.
Qualche anno più tardi, a Boston, mentre continua a fare diversi lavoretti part time e riprende con il suo analista la terapia che aveva iniziato dopo il primo tentativo di suicidio, frequenta i corsi di scrittura creativa del poeta Lowell e lì conosce un’altra poetessa, Anne Sexton. Sono amiche e rivali, e ogni settimana dopo le lezioni condividono bevute di martini e racconti dei tentati suicidi. Solo nei suoi diari la Plath ammette i suoi sentimenti e si lascia andare a commenti acidi e all’invidia nei confronti di Anne che, al contrario di lei, scrive con estrema facilità. Anne, a sua volta, nella poesia Sylvia’s Death celebra la morbosa amicizia tra loro due e, alla morte della Plath, scrive nel suo diario che, anche in quell’occasione, Sylvia l’ha preceduta.
Tra la fine di settembre e i primi di dicembre del 1962, Sylvia Plath riesce a comporre le quaranta poesie di Ariel. Così scrive a un’amica: «Vivo come una spartana, scrivo in preda a una febbre e produco quello che per anni avevo chiuso a chiave dentro di me. Mi sento stordita e molto fortunata. Continuavo a dirmi che ero il tipo che riusciva solo a scrivere quando era tranquilla e in pace, ma non è vero, la musa è venuta qui, adesso che Ted se n’è andato». A quel punto sceglie di ritornare a Londra. Con i figli Frida e Nicholas va a vivere al 23 di Fitzroy Road, nello stesso appartamento in cui aveva abitato William Butler Yeats il grande poeta irlandese che lei amava. Sylvia pensa che quella coincidenza sia un buon segno, un buon auspicio.
Qualcosa da leggere, per approfondire
Sylvia Plath di Linda Wagner-Martin (Castelvecchi)
Quanto lontani siamo giunti. Lettere alla madre di Sylvia Plath (Guanda)
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