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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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Le rinominazioni di Giustino

Narrativa

Maria Patrizia Salatiello
Bastogi Editrice Italiana

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 20/05/2008

Un giovane professore siciliano un mattino si sveglia in compagnia di due misteriosi cani parlanti che lo conducono indietro nel tempo, quando ancora dèi, giganti e uomini vivevano insieme. Inizia così, per Giustino, un viaggio attraverso la sua terra, agli albori della storia, quando un funesto presagio di morte e distruzione allungava la sua ombra su una terra serena e quasi incantata. Durante il viaggio incontra vari personaggi mitologici e riceve una cassa che via via si riempie delle cose che Giustino apprende lungo il cammino. In questa cassa soprattutto si accumulano le diversità, il provare sentimenti contemporaneamente contrastanti, ma che danno alla vita quelle sfaccettature che spesso ci sfuggono, vi si depositano anche il gusto e il profumo della morte, che egli apprende presso una polla sacra. Inoltre apprende che le leggende, così come ci sono giunte, sono spesso false, e nel corso dei secoli e dei racconti hanno completamente capovolto il loro insegnamento originario. Il protagonista non sa di essere la vittima predestinata di un sacrificio che assicurerà a tutti l’avvenire, lo scoprirà solo al termine del suo viaggio. Giustino, nel tentativo di liberarsi del suo fardello, la cassa, divenuta pesante raccogliendo i suoi sentimenti, cade da una scogliera e, morendo, s’innalza verso il cielo, trasformandosi in una stella: Aldebaran. La cassa sospinta verso il mare, diventa luminosa e trasparente e getta d’intorno, in forma di fasci di luce, il suo contenuto, rendendo così disponibili a tutti i sentimenti raccolti da Giustino.
Il titolo richiama il fatto che il protagonista all’inizio della vicenda si chiama Giustino Bonaiuti, poi semplicemente Giustino, poi diventa Ragazzo e alla fine Aldebaran; queste “rinominazioni” sottolineano il percorso di perdita di sé, di perdita di quanto c’è di giornalmente imposto alla vita, di cui, piano piano, spogliandosi, il protagonista si avvicina alla sua essenza primigenia sino poi a diventare un essere di pura luce.
Il racconto, nella sua brevità, si legge molto piacevolmente e ha il potere di far molto riflettere; ognuno di noi percorre un viaggio, lungo il quale raccoglie sentimenti e sensazioni, ed è solo nella condivisione con gli altri che questi acquistano sì grande valore da renderci simili ad una stella.

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