Ferdinando Battaglia
- 26/07/2012 20:56:00
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Non conosco molto la biografia letteraria di Salvatore Violante, ma è facile intuire di essere di fronte ad unauotrevole voce poetica del panorama attuale e un intellettuale cui è possibile parlare con cognizione di causa. Quindi per me intervenire in questo spazio di così alto livello è rischiare di dire molte sciocchezze, però confido nella franchezza leale della reciproca accoglienza. Sul piano estetico nulla da dire: larte è arte, e si riconosce anche per istinto. Per quanto riguarda il contenuto, invece, restando sul pino della metafora chiedo: non è un altro inferno imporre modelli socialmente vincenti lasciando a terra una massa dinformi? Se per essere - ed esistere - occorre apparire secondo canoni "elitari" socialmente vincenti - quindi dominanti - , non è generare un insieme di emarginati oppure di "siliconati"? Forse una giorno sarù più facile accettare la verità e il limite se non verrà utilizzata come strumento di potere e imparerà a coesistere con forme diversamente "vere".
Grazie per lo spazio e un augurio di buona serata
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Maria Musik
- 26/07/2012 19:49:00
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Et voilà: un affondo alla Violante. Ma si parla solo di gioventù riacquistate grazie alla chirurgia ed alla pillola blu? Ma... parrebbe... se non fosse per quel "Vai, grida, -Meraviglia! è tempo questo/che aggiusta tutto il testo col contesto!". Forse il nostro graffiante Salvatore ci sta mettendo una pulce nellorecchio? Ai contemporanei lardua sentenza!
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