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Commenti al testo di Lorena Turri
Di cosa parlavamo

Sei nella sezione Commenti
 

 Ferdinando Battaglia - 22/08/2012 09:07:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

"nascevano come figli
dopo una marea di passione
dalle dita le parole
e io scrivevo versi
che ora non scrivo più".

Le parole come il segno sovrabbondante di una comunicazione tra due persone che si esprime con più mezzi espressivi. In questo senso è bello e significativo la netafora della fecondità.
Ciao Lorena, una bella poesia dai toni struggenti.

 Luciana Riommi Baldaccini - 21/08/2012 16:55:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Lorena, non puoi neanche immaginare quanto io apprezzi e condivida questa tua denuncia di una diffusa insignificanza delle parole e questo rimpianto per un dire più semplice, forse, come il sapore del pane, ma più vero e umano(di cui ci sarebbe tanto bisogno oggi).
Ciao

 Pietro Menditto - 21/08/2012 16:43:00 [ leggi altri commenti di Pietro Menditto » ]

Potrà sembrare strano, ma questa poesia ha assunto ai miei occhi l’immagine della Pietà. La Pietà può essere quella evangelica, una scultura, un quadro: in questo caso è una poesia. Lorena tiene tra le braccia un corpo esanime che non ha più la parola, ma con una differenza: in lei non c’è rassegnazione. A dispetto di tutto non possiamo non sentire che l’autrice già per il fatto stesso di tracciare con tanta puntualità il percorso dello scontento è pronta per operare la magia del riscatto, della redenzione, della resurrezione.